Repubblica Democratica del Congo, ebola: bilancio drammatico

Nell’est del Paese registrati 329 casi di contagio e 205 decessi. Secondo il ministero della Sanità, nessun’altra epidemica del virus è stata così complessa come quella attuale. Nemmeno la prima, nel 1976

Bilancio drammatico per l’epidemia di ebola che ha colpito le province del Nord-Kivu e dell’Ituri, nella parte est della Repubblica Democratica del Congo, dove sono stati registrati 205 decessi e 329 casi di contagio. Secondo il ministero della Sanità congolese, sono numeri che superano anche il bilancio della prima epidemica nella storia, registrata nel 1976 a Yambuku, nella provincia dell’Equatore,quando ancora il territorio della Repubblica Democratica del Congo si chiamava Zaire. Sempre stando ai dati del ministero, nessun’altra epidemia di ebola è stata così complessa come quella attuale.

A complicare il lavoro degli operatori umanitari, l’insicurezza, la densità della popolazione e la resistenza della comunità. Solo la scorsa settimana, riferisce l’Agenzia Fides, tre agenti della protezione civile e un epidemiologo sono stati brevemente presi in ostaggio da un gruppo di miliziani Mai-Mai nel villaggio di Matembo, tra le città di Beni e Butembo. Anche il dipartimento delle operazioni di mantenimento della pace dell’Onu e l’Organizzazione mondiale della sanità denunciano, in una dichiarazione congiunta, che le squadre di soccorso incontrano forti resistenze da parte delle popolazione della aree colpite dall’epidemia, dove decenni di guerra hanno contribuito «alla diffusione di disinformazione e alimentato la sfiducia di alcune popolazioni locali che sono riluttanti a consentire alle équipe sanitarie di somministrazione i vaccini  necessari a bloccare la diffusione della malattia e a seppellire dignitosamente le vittime in sicurezza».

In questa direzione, ricorda ancora l’Agenzia Fides, non sembra aver lasciato una traccia significativa nemmeno l’appello lanciato a fine agosto dal vescovo di Butembo-Beni Melchisédech Sikuli Paluku alla popolazione perché collaborasse con le autorità sanitarie nel soccorre i malati e nel cercare di bloccare l’epidemia.

13 novembre 2018