Reporter uccisa in Cisgiordania, la nota delle Chiese di Gerusalemme

Vescovi e patriarchi cristiani condannano la «violenta intrusione della polizia israeliana nel corteo funebre»: una «grave violazione delle norme internazionali e del diritto alla libertà religiosa»

Vescovi e patriarchi delle Chiese cristiane di Gerusalemme affidano a una nota diffusa ieri, 16 maggio, dal Patriarcato latino e dalla Custodia di Terra Santa la loro dura condanna per la «violenta intrusione della polizia israeliana nel corteo funebre, durante il funerale della giornalista Shireen Abu Akleh, in transito dall’Ospedale San Giuseppe alla chiesa cattedrale greco-melchita», nella Città Santa.

La reporter americano-palestinese, che lavorava da anni per Al Jazeera, è stata uccisa l’11 maggio, in un raid militare israeliano nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Due giorni dopo, il 13 maggio, i funerali, durante i quali la polizia israeliana ha aggredito con calci e manganellate le persone con bandiere palestinesi che stavano trasportando a spalla il feretro della giornalista, fino a causarne la caduta. Nella nota dei leader della Chiese si denuncia proprio la «mancanza di rispetto alla Chiesa, all’istituto sanitario, alla memoria del defunto. L’intrusione e l’uso sproporzionato della forza da parte della polizia israeliana, costringendo i portatori di bara quasi a far cadere la bara, attaccando le persone in lutto, colpendole con manganelli, usando granate fumogene, sparando proiettili di gomma, spaventando i pazienti dell’ospedale, è una grave violazione delle norme e dei regolamenti internazionali, compreso il diritto umano fondamentale alla libertà di religione, che deve essere osservato anche in uno spazio pubblico».

L’Ospedale San Giuseppe, rimarcano ancora i vescovi e i patriarchi di Gerusalemme, «è sempre stato con orgoglio un luogo di incontro e di cura per tutti, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa o culturale, e intende continuare ad esserlo. Quanto accaduto venerdì scorso ha ferito profondamente non solo la comunità cristiana, le suore di San Giuseppe dell’Apparizione, titolare dell’Ospedale, e tutto il personale ospedaliero, ma anche tutti i popoli che in quel luogo hanno trovato e trovano ancora pace e ospitalità. Le suore e il personale dell’ospedale St. Joseph manterranno il loro impegno per essere un luogo di cura – assicurano -. Il tragico episodio di venerdì scorso rende questo impegno più forte che mai».

Sempre ieri il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ha fatto visita ai familiari della giornalista uccisa, porgendo loro le condoglianze. Con lui anche il vicario patriarcale per Gerusalemme e Palestina William Shomali.

17 maggio 2022