Renato Zero presenta il suo “Atto di fede”, per «accarezzare Dio da vicino»

Annunciati quattro concerti-evento al Circo Massimo, il 23, 24, 25 e 30 settembre, con i brani dell’intero repertorio, per festeggiare i 70 anni compiuti nel 2020. La promessa: «Sarò ancora originale»

«”Atto di fede” è una sfida, c’eravamo dimenticati di Dio da parecchio tempo, non l’abbiamo più frequentato e non ci siamo fatti frequentare da lui. Abbiamo lasciato che l’indifferenza, l’apatia e la stanchezza intellettuale ci impedissero di raggiungerlo. Questa umiltà di dirsi cattolici è sparita». Mentre Renato Zero, ospite della sala Marco Aurelio dei Musei Capitolini sotto l’omonima e imponente opera bronzea originale, presenta il suo nuovo progetto, guarda dritto in faccia tutti i presenti, vuoi perché, su sua stessa ammissione, con la pandemia gli sono mancati i live, vuoi perché le cose che dice sono molto intime, e hanno bisogno di una certa confidenza. «La fede in fondo è la chiave che ci permette di osare, di andare oltre le nostre capacità e potenzialità – afferma -. La fede ci dà il coraggio di saltare. E dobbiamo saltare per prevaricare il dubbio, il sospetto. Dobbiamo avere il coraggio di sentirci difettosi e inadeguati«.

Un “Atto di fede” a tutti gli effetti, a suo modo. Con “Il cielo” (brano del 1977) ci era già andato vicino, come ammette lui stesso. Ma stavolta tutta l’opera nasce per rendere omaggio a zio don Pietro, fratello del padre, che gli ha trasmesso la fede. «Volevo fare i complimenti a Dio per aver manutenuto intatta la mia fede che è tanto utile quando ci si assume la responsabilità verso gli altri. Lo spettacolo non è solo leggerezza. Io mi segno la croce tutte le volte che devo entrare in palcoscenico e non è certo per esibizionismo ma è una forma di tutela, affinché io non sbagli, ma per dare il massimo di quello che mi è dato di offrire al pubblico».

Un’opera corale, in forma di oratorio, composta da libro e doppio cd, uscito per edizioni Tattica oggi, 8 aprile, in tutte le librerie, nei negozi di dischi e nei book store digitali. Ascoltando i 19 brani inediti di musica sacra scritti e composti dallo stesso Renato Zero e arrangiati e orchestrati dal Maestro Adriano Pennino si potrebbe pensare a un progetto di “ecologia integrale”, che affronta tanti temi che interpellano la fede: dai migranti alla salvaguardia del creato, dalle donne ai giovani, dal perdono alla devozione, con un’originale “Ave Maria” in coda all’album. Nelle lettere che arricchiscono il disco, poi, «ci sono degli spunti talmente forti e talmente efficaci che rimettono in gioco la nostra voglia di cambiare. Un “Atto Di Fede” – ammette Renato – è proprio quello che mi ci voleva per sentirmi ancora vivo e partecipe».

I brani sono intervallati appunto dall’intervento di quelli che l’artista definisce «apostoli della comunicazione»: attori, giornalisti, intellettuali, pensatori (Alessandro Baricco, Luca Bottura, Pietrangelo Buttafuco, Sergio Castellitto, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Domenico De Masi, Oscar Farinetti, Antonio Gnoli, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun, Giovanni Soldini, Marco Travaglio, Mario Tronti, Walter Veltroni), ai quali Zero ha chiesto di scrivere, in  base alle rispettive sensibilità,  una lettera in riferimento agli argomenti affrontati nei brani. Lettere che poi sono state lette da Oscar Farinetti, Pino Insegno, Giuliana Lojodice, Marco Travaglio, Luca Ward e dallo stesso Renato Zero.

«Li ringrazio per aver fatto parte di questa cordata – dice Zero durante la conferenza stampa -, le eccellenze ci fanno sentire tutelati. Ho fatto questo appello a questi amici, non mi sentivo di gestire la filosofia di questo avvicinamento alla fede da solo. Ciascuno di loro è diverso dall’altro, solo la poesia li accomuna, hanno tutti una grande sensibilità. Questo – prosegue – è un lavoro che difendo, che mi inorgoglisce: parlare della fede ma mettendola un pochino nella condizione di riaccendere il dialogo. E non è solo fede in Dio ma anche nel nostro operato, nel contagiare gli altri di speranza, ritrovare la vicinanza, riaccostarsi finalmente ciascuno alla volontà di un altro, non disattendere il bisogno di contatto. Conoscere è la forma più bella di stare al mondo».

L’opera anticipa quattro concerti evento al Circo Massimo di Roma, il 23, 24, 25 e 30 settembre prossimi, recuperando così quell’appuntamento che era stato fissato due anni fa in occasione dei 70 anni del cantautore romano (nato il 30 settembre 1950), rimandato a causa della pandemia.  «Mi faccio gladiatore per conquistarmi ancora una volta l’applauso», dice, mosso da quello spirito di «ostinazione» che tutti dovremmo avere, «anche contro il virus, anche contro la guerra. Il pianeta non è mai tranquillo – osserva infatti Renato Zero -, c’è sempre un desiderio bellicoso dovuto: questo pianerottolo è ancora sconosciuto, non sappiamo chi ci abita accanto, chiudiamo con 27 mandate, nemmeno l’amore può più entrare».

Sul rapporto con i fan racconta: «In questi due anni sono stato lontano dal palco ma vicino al marciapiede. E questo ha mantenuto il mio equilibrio. Per me è stato meno doloroso che per altri colleghi, perché ho la capacità di andare a domicilio. I miei sorci io li vado a cercare: al Tuscolo, a Monteverde, nei quartieri di Roma. Posseggo la facoltà di poter essere ovunque: non ho il dono dell’ubiquità ma ci sto lavorando. Mi piacerebbe essere lo zingaro che molti di voi conoscono. Ho curiosità di incontrarvi al mercato, non per fare le foto, per portarvi nel cuore».

Nei quattro live al Circo Massimo, che già si preannunciano quattro eventi a sé con vari ospiti, i fan potranno ascoltare i brani dell’intero repertorio del grande artista romano, dagli anni 70 a oggi. «Vorrei ritrovarvi al Circo Massimo con un abbraccio che promette un nuovo percorso – confida l’artista -. Stare insieme non sconfigge solo la solitudine ma significa anche quell’affiatamento che è tanto caro ai miei sorci: ritrovarsi a guadagnarsi la poltronissima, in senso figurato, ti fa sentire partecipe. Ben venga questo settembre – conclude -: i miei fan, come sempre, devono aspettarsi di tutto. Voglio portarmi anche degli amici, personaggi che hanno condiviso con me il mio percorso artistico, modificherò tutta la playlist tutte le sere per permettere agli ostinati, che si sono presi i biglietti per tutte le sere, di vedere sempre uno show diverso. Ogni spettacolo ha un copyright: di Renato Zero ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno. Sarò ancora originale».

8 aprile 2022