Religiosi, Manicardi: «Il Papa gesuita, occasione da non sprecare»

Intervenendo all’assemblea Cism, il vice priore della Comunità monastica di Bose sottolinea l’importanza di avere un pontefice che «conosce la vita religiosa dal di dentro: «Per la vita religiosa è il momento del coraggio»

Mette l’accento sulla «grazia» di avere un Papa gesuita Luciano Manicardi, della Comunità di Bose, nel suo intervento all’assemblea Cism in corso fino al 7 novembre a Tivoli. «È un Papa che conosce la vita religiosa dal di dentro – sottolinea -. Non a caso ha già pensato di dedicare il 2015 alla vita religiosa. Non si tratta di mobilitarsi per qualche celebrazione, ma di comprendere che forse sta passando l‘ultimo treno per un rinnovamento delle comunità religiose». La riforma che il pontefice sta promuovendo nella Chiesa cattolica costituisce «il clima propizio per un coraggioso sguardo sulla realtà della vita religiosa e anche per un eventuale rinnovamento. È un‘occasione grande che sarebbe peccaminoso non riconoscere e non accogliere, soprattutto da parte di superiori e responsabili di comunità».

Di Francesco Manicardi sottolinea anche la fede e l’entusiasmo che, a 78 anni, «lo rendono più giovane di tante persone anagraficamente più giovani». E tutto questo in una Chiesa «attraversata da gravissime crisi di credibilità (pedofilia, scandali finanziari, divisioni e perfino lacerazioni interne al corpo ecclesiale), ma anche da una grave crisi di motivazioni, soprattutto nei paesi di antica cristianità dove la stanchezza diventa tristezza e dunque sconfessione della gioia evangelica».

Di qui l’invito a «guardare al suo esempio», ancora prima di ascoltare i suoi discorsi. «Guardare come vive, come si muove, come abbraccia, come parla, presso chi si ferma, come “esce”, per riprendere un verbo a lui molto caro: egli non dimora nemmeno nei palazzi vaticani, ma si decentra, sta ai margini, preferisce il periferico. Guardare e imparare dal suo esempio». È lì infatti, nell’esempio di vita, che il Papa «rende credibile il Vangelo, centro evidente di ogni suo discorso come anche del suo programma di riforma ecclesiale, perché il Vangelo è creduto e vissuto da lui in prima persona. Lì è la sua forza».

Dunque, «Papa Francesco sta chiedendo alla Chiesa la capacità e il coraggio di una riforma, di un cambiamento, di un rinnovamento, e questo vale in particolare per la vita religiosa che è inserita in modo vitale nella Chiesa e che è connotata da una dimensione costitutiva di ecclesialità». Allora, non c’è spazio per nessun alibi, «nessun ritirarsi dietro la realtà di vecchiaia, stanchezza, perdita di forze, mancanza di ricambio. Questa è la realtà che si è chiamati a vivificare. Per la vita religiosa è il momento della grande possibilità, è il momento del coraggio, è un momento da non sprecare. Chi ha una responsabilità di comunità sa di avere questa responsabilità davanti a Dio e a lui dovrà rendere conto».

5 novembre 2014