Appuntamento a Tivoli per la 54ª assemblea Cism

Fino al 7 novembre 130 superiori provinciali, delegati regionali e vicari episcopali a confronto su “Missione della Chiesa e la vita consacrata”. Rappresentano i 18mila religiosi d’Italia, suddivisi in 118 congregazioni

In tutta Italia sono 18mila. A questo numero però vanno aggiunti i 2mila provenienti da altri Paesi. Sono i religiosi: un vero “popolo”, chiamato a presidiare le frontiere del disagio, dell’esclusione, della povertà. Un popolo che nel 2014 ha conquistato, solo nel nostro Paese, circa mille giovani, impegnandoli in un lungo cammino di discernimento e formazione, giocato in oltre 800 strutture, tra seminari, comunità di accoglienza vocazionale, noviziati, studentati, centro di formazione, centri teologici. Numeri di una vocazione che attrae ancora, forte di una continua ricerca dell’essenziale e di una fraternità vissuta come servizio reciproco.

Ne parleranno in questi giorni i 130 superiori provinciali, delegati regionali, vicari episcopali arrivati da tutte le regioni a Tivoli per la 54° assemblea generale della Cism, la Conferenza italiana superiori maggiori, che si concluderà venerdì 7 novembre con l’incontro con Papa Francesco. A fare da filo conduttore il tema “Missione della Chiesa e la vita consacrata. Una lettura dell’Evangelii Gaudium”. «I religiosi d’Italia – afferma il presidente Cism padre Luigi Gaetani – hanno piacere di “sognare” lo stesso sogno di Papa Francesco: una scelta missionaria della Chiesa, capace di trasformare ogni cosa. Vogliamo coinvolgerci attraverso la gioia dell’annuncio, dove la buona notizia è gioia e speranza, dialogo con l’uomo, con chi non crede, chi è lontano, povero e in difficoltà». Per fare questo, osserva, «occorre non pensarci nella logica dell’autopreservazione ma in stato di “uscita”». Come una comunità che «va incontro, cerca i lontani e arriva agli incroci delle strade per invitare gli esclusi». Di qui l’urgenza di «osare un po’ di più, a imitazione dei tanti fratelli che ci hanno preceduti e hanno speso la vita per il bene di tutti e l’amore di Dio».

Dentro questo orizzonte, rileva ancora padre Gaetani, «crediamo che il futuro della vita religiosa non sia affatto nero perché non è un mondo che sta morendo ma un mondo nuovo che sta nascendo e noi dobbiamo avere occhi per scrutare gli spazi della speranza e cuore per piegarci su ogni uomo». Con quella fantasia della carità che anima le 118 congregazioni “censite” nel 2012 proprio dalla Cism, da quelle più note e numerose a quelle ancora poco conosciute. Si va dai Salesiani (oltre 2.300), ai Minimi (88), dai Cappuccini (2.049) ai Minori (1.953), ai Trappisti (29) ai Boccone del Povero (43), agli Ardorini (42). I Gesuiti sono 553, i Guanelliani 183, 221 gli Orionini fino a Venturini, Verbiti e Vocazionisti. Tutti con i loro carismi e le loro frontiere di impegno. Complessivamente sono presenti in oltre 1.200 parrocchie, 207 case di spiritualità, 477 tra oratori e centri giovanili. Ancora, in campo culturale animano 263 istituti scolastici, tra materne, elementari, secondarie di 1° e 2° grado, istituti professionali e centri di formazione al lavoro. 120 i centri culturali attivi, 99 le librerie, 55 le case editrici, 30 tra emittenti radio e tv, 337 le riviste.

Al servizio di vecchie e nuove povertà, gestiscono 112 centri per l’assistenza dei poveri, 24 per tossicodipendenti e malati di Aids, 75 case di riposo, 87 strutture per disabili, 3 per minori, 35 per l’accoglienza di immigrati. Spesso, grazie alla forza delle vocazioni in crescita in quei Paesi in cui la Chiesa conosce una fase di espansione e vitalità vocazionale: America Latina, Asia, Africa. Permane, certo, il calo dell’Italia. Eppure, come dimostrano le mille vocazioni del 2014, la vita religiosa non perde la sua capacità di attrazione.

4 novembre 2014