Reina: scrutare l’oggi con gli occhi di Dio

La Messa “pro natione gallica” ha rinnovato il 13 dicembre l’antico legame tra Francia e basilica lateranense. La coincidenza con la riapertura della cattedrale di Notre-Dame

Il tempo presente, pur denso di sfide, precarietà, turbolenze, non deve essere sprecato, specie dai cristiani. Per quanto possa sembrare difficile leggerlo come «un’opportunità che Dio ci concede, è l’unica lettura che possiamo fare».  Roma, con le sue catacombe e i luoghi dei martiri, ricorda il coraggio di coloro che, sotto l’impero romano, hanno saputo leggere il loro tempo come un’opportunità, fino al sacrificio della vita. Anche l’oggi è un “kairos”, un momento di grazia e non dobbiamo «perdere l’appuntamento con il nostro presente» pregando per la Francia, per l’Europa, per tutto il mondo «in un momento davvero difficile della storia».

Nell’omelia della “Missa pro natione gallica”, il cardinale vicario Baldo Reina ha esortato a scrutare l’oggi «con gli occhi di Dio» senza dimenticare il valore delle testimonianze che ci arrivano dal passato. Questa Messa da secoli si celebra il 13 dicembre nella basilica di San Giovanni in Laterano per sottolineare i forti legami storici e spirituali che uniscono la Francia alla Chiesa fin dai tempi di Enrico IV. Il sovrano, nato proprio il 13 dicembre, dopo la sua conversione decise di donare le rendite dell’abbazia di San Pietro di Clairac ai canonici lateranensi i quali, per ringraziarlo, commissionarono una statua del re, che ancora oggi si trova nel portico, e gli conferirono il titolo di primo protocanonico d’onore con diritto di successione, oggi assegnato al presidente francese.

La liturgia quest’anno è coincisa con la riapertura della cattedrale di Notre-Dame, cinque anni dopo l’incendio, e con le celebrazioni da poco concluse per i 1.700 anni della fondazione della cattedrale di Roma, Mater et Caput mundi. «Due chiese che hanno avuto la capacità di rispondere, in un periodo storico ben preciso, a un bisogno di evangelizzare – ha affermato il vicario che per la prima volta ha presieduto la celebrazione -. Espressione di una comunità che ha colto nel segno il momento preciso che le veniva offerto».

Tra i partecipanti alla Messa, l’ambasciatrice di Francia presso la Santa Sede Florence Mangin, alcuni francesi residenti a Roma, un gruppo di giovani della rettoria San Luigi dei Francesi, seminaristi e diaconi del Pontificio Seminario Francese. Animata dal coro della cappella Ludovicea diretto dal maestro Ildebrando Mura, ha visto tra i concelebranti il vicegerente Renato Tarantelli, i membri del Capitolo lateranense e alcuni sacerdoti francesi.

Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della martire santa Lucia, la pagina del Vangelo narra il “rimprovero” di Gesù a quelli del suo tempo che hanno rifiutato Giovanni Battista perché ritenuto troppo austero, e il Figlio di Dio perché sedeva a tavola con i peccatori. «Due occasioni sprecate – le parole del vicario -. Se i contemporanei di Gesù avessero colto l’invito alla conversione di Giovanni Battista e visto in Cristo il Salvatore del mondo, sarebbe stata un’altra storia. Anche il tempo che stiamo per vivere è un tempo di grazia. Capita anche a noi di lamentarci perché la cultura che respiriamo non è in linea con il Vangelo – ha detto ancora Reina -, perché la potente tecnologia ci porta fuoristrada o rischia di portarci fuoristrada, perché i ragazzi e tanta gente che ha ricevuto i sacramenti non sente più il bisogno di alimentarsi alla ricchezza degli stessi. E nel frattempo perdiamo delle occasioni. Tanto la Francia quanto l’Italia, in modo particolare Roma, hanno avuto la benedizione di tanti santi e sante che hanno segnato il corso della storia. Chiediamo al Signore il dono della santità perché in questo tempo pieno di difficoltà possiamo distinguerci come coloro che interpretano la storia con gli occhi di Dio, perché in questo legame tra la Francia e la basilica lateranense possiamo crescere nella testimonianza luminosa di santità».

La celebrazione si è svolta proprio nel giorno in cui il presidente Emmanuel Macron, dopo giorni di crisi politica, ha nominato primo ministro François Bayrou, «profondo conoscitore di Enrico IV – ha detto l’ambasciatrice Mangin -. Questo è un giorno molto particolare, questa messa per la Francia ogni 13 dicembre è veramente una bella tradizione che ha ancora una modernità. Molti i giovani presenti in basilica. Per loro è una tradizione che si perpetua».

Monsignor Patrick Valdrini, canonico francese del Capitolo, nel suo saluto iniziale si è soffermato sulla riapertura della cattedrale della diocesi di Parigi che «sta vivendo, in questi giorni, un periodo di rinascita», mentre la cattedrale di Roma «si appresta ad aprirsi per il Giubileo. Entrambe – ha detto – hanno una vocazione unica di accoglienza». L’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich, a proposito di Notre-Dame, ha detto che è «un messaggio che attraversa le epoche e le frontiere». Per Valdrini questo messaggio «si esprime con parole che in una Chiesa sono imposte dalla fede in Dio: amore e comunione. Parole preziose e necessarie oggi come fondamento e riferimento per le scelte nelle relazioni internazionali e nazionali».

16 dicembre 2024