Reina: la risurrezione, «la parola più importante del nostro bagaglio spirituale»

Nella basilica lateranense la preghiera della Chiesa di Roma, raccolta davanti a Gesù Eucaristia insieme al cardinale vicario per ringraziare per il dono della vita di Francesco. «Sentiamo l’assenza del nostro pastore. Lasciamoci rafforzare dal Signore»

Il cielo è ancora azzurro quando dal fondo della basilica si intravede la croce della processione. L’ultima luce del giorno entra dalla porta principale di San Giovanni in Laterano. Il cardinale vicario Baldo Reina percorre lentamente la navata centrale, sale sull’altare e prende la parola non appena la musica del Coro della diocesi di Roma si interrompe dolcemente. «Fratelli e sorelle – esordisce -, nel silenzio adorante di questa sera, eleviamo il nostro rendimento di grazie al Signore per il dono grande della vita di Papa Francesco». Poi si inginocchia mentre viene esposto il Santissimo, lo incensa con il turibolo, e rimane in contemplazione per qualche minuto.

È iniziata così, questa sera, 24 aprile, l’adorazione eucaristica guidata dal cardinale vicario nella cattedrale di Roma. Hanno accompagnato la meditazione alcuni frammenti tratti dai discorsi di Papa Francesco e i canti eseguiti dal Coro della diocesi. Con il cardinale Reina, tra gli altri, presenti anche il vescovo vicegerente Renato Tarantelli Baccari, il vescovo Guerino Di Tora, vicario capitolare della basilica lateranense, e il vescovo Luca Brandolini, già ausiliare di Roma. Tante le persone che si sono riunite per pregare. In molti rimangono inginocchiati per tutta la durata dell’adorazione, con i gomiti appoggiati alla sedia di fronte e gli occhi fissi sull’Eucaristia, illuminata dai candelabri accesi sull’altare.

«In questo momento di adorazione davanti a Gesù, sentiamo l’assenza del nostro pastore – ha aggiunto il cardinale vicario prima della conclusione -. Sperimentiamo tanto dolore e tanta sofferenza. Penso che tutti noi – ha continuato – abbiamo negli occhi e nel cuore tanti ricordi». In questi momenti, ha esortato, «lasciamoci rafforzare da Gesù, sperimentando quello che Lui stesso ha detto nella casa di Lazzaro: “Chi crede in me non morirà in eterno”». Secondo Reina, «la risurrezione è la parola più importante del nostro bagaglio spirituale». Ed è per questo motivo, ha concluso, «che chiedo a me stesso e a tutti voi di continuare a pregare perché il Signore accolga in cielo Papa Francesco e sostenga tutta la Chiesa e in particolare la diocesi di Roma, che il pontefice ha amato con tanta cura».

Ai fedeli che hanno partecipato all’adorazione sono venute in aiuto anche le stesse parole del Papa, che sono risuonate ancora una volta nella basilica. Suor Rebecca Nazzaro, direttrice del Servizio per la pastorale dei pellegrinaggi dell’Opera romana e superiora generale delle Missionarie della Divina Rivelazione, ha letto una parte dell’omelia che Francesco fece nel 2020, in occasione della Messa celebrata in suffragio dei cardinali e vescovi che morirono cinque anni fa. Parole di consolazione, quelle del pontefice, che esortò a credere che la risurrezione non è un miraggio.

«L’occhio della fede – disse il Papa -, trascendendo il visibile, vede in certo modo l’invisibile. Ogni avvenimento viene allora valutato alla luce di un’altra dimensione, quella dell’eternità. Il Signore fonda sempre su di noi il suo spirito di sapienza in maniera particolare in questo tempo di prova. Soprattutto nelle ore in cui il cammino si fa più difficile – aggiunse Francesco -, Egli non ci abbandona. Rimane con noi, fedele alla sua promessa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”».

La musica del Coro ha accompagnato la processione finale, mentre il sole cominciava tramontare e anche gli ultimi pellegrini e turisti si avviavano a uscire dalla basilica. Nel cuore, ancora una volta, gli insegnamenti del Papa.

24 aprile 2025