Regno Unito: Johnson lascia la leadership Tory

La telefonata alla Regina Elisabetta, quindi il discorso alla nazione. Resta al governo con un esecutivo di transizione, fino alla nomina di un nuovo leader, che sarà poi premier

«Lascio ma non avrei voluto farlo». Il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato con queste parole ieri, 7 luglio, le sue dimissioni da leader dei Tory. Prima la telefonata alla Regina Elisabetta, quindi il discorso alla nazione: resta al governo con un esecutivo di transizione, nominato nella stessa giornata di ieri, fino a quando il partito conservatore non avrà scelto il suo nuovo leader, che sarà poi premier, probabilmente tra settembre e ottobre.

Rieletto a grande maggioranza nel 2019, sulla scia della Brexit – la scelta di far uscire il Regno Unito dall’Ue, dopo il referendum del 2016 -, proprio con la gestione della Brexit Johnson ha inaugurato un percorso tra errori e scivoloni, dalla scelta di farsi fotografare durante una festa a Downing Street in pieno lockdown a quella di coprire il ministro Chris Pincher, accusato di molestie sessuali. Un percorso in discesa, che lo ha visto perdere consensi nei recenti test elettorali, mentre circa 60 componenti del governo e dei Tories si sono dimessi, in disaccordo con lui. «Nessuno è indispensabile – ha detto Johnson parlando alla nazione -. Il nostro sistema riuscirà a trovare un nuovo leader a cui darò tutto il mio sostegno». Tra i favoriti per prendere il posto di premier, l’ex cancelliere Rishi Sunak e il ministro della Politica commerciale Penny Mordaunt. Il Regno Unito – ancora le parole del leader dimissionario – ha davanti «un futuro d’oro».

La notizia delle dimissioni del leader Tory ha scavalcato in fretta i confini nazionali. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev le ha definite «il risultato logico dell’arroganza britannica e della sua politica mediocre sul piano internazionale. Abbiamo tutti visto che il signor Johnson è stato il principale falco e il principale russofobo – ha aggiunto -. I migliori amici dell’Ucraina se ne stanno andando». Da Kiev, invece, arriva un grazie a Johnson, per avere sostenuto il Paese «nei momenti più difficili» della guerra causata dall’invasione russa. Ancora, dal cuore dell’Europa, l’ex negoziatore Ue per la Brexit Michel Barnier auspica, su Twitter, che la partenza di Boris Johnson apra «una nuova pagina nei rapporti col Regno Unito. Possa essere più costruttiva, più rispettosa degli impegni presi, in particolare relativamente alla pace e la stabilità in Irlanda del Nord, e più amichevole con i partner nell’Ue. Perché c’è ancora molto che si può fare insieme», conclude.

8 luglio 2022