Refezione scolastica, il tavolo di confronto in Campidoglio

L’incontro pubblico sul bando del Comune, nell’ambito di #RomaAscoltaRoma. Sindacati e lavoratori chiedono il ritiro immediato. Baldassarre: «Nessuna gara al ribasso»

Da un lato genitori, rappresentanti sindacali e di associazioni. Dall’altro il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio Jacopo Marzetti, l’assessore capitolino alla Scuola Laura Baldassarre e la presidente della Commissione scuola Teresa Zotta. Al centro, il tema della ristorazione scolastica. È stato un incontro acceso quello svoltosi ieri sera, mercoledì 17 luglio, nella sala del Carroccio del Campidoglio nell’ambito di #RomaAscoltaRoma: un appuntamento pubblico sul bando per la refezione scolastica del Comune di Roma, oggetto di aspre polemiche in queste ultime settimane. Cosa accadrà a settembre? La domanda è stata rivolta insistentemente durante la serata. Al momento sindacati e lavoratori rimangono fermi sulla richiesta di ritiro del bando valutando troppo bassa la cifra di 4 euro a pasto per bambino che, a loro giudizio, metterebbe a rischio la qualità dei pasti e 170 posti di lavoro.

«Vogliamo il ritiro immediato del bando», ha affermato Elena Schifino in doppia veste di mamma e rappresentante di Filcams Cgil. «Il bando non è stato ancora assegnato», ha ripetuto più volte l’assessore Baldassarre, promotrice dell’incontro con le famiglie in accordo con il garante e con la presidente della Commissione scuola. Allo stato attuale l’unico passaggio espletato ha riguardato l’apertura pubblica delle buste con le proposte delle aziende che hanno partecipato al bando di gara. «La procedura è ancora in corso», ha evidenziato Baldassarre, spiegando anche che si tratta di un bando pre vigilato dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, la quale rappresenta «garanzia di qualità e di correttezza nelle procedure».

Per Zotta la volontà «di operare in maniera trasparente» è dimostrata dal fatto che le buste sono state aperte in forma pubblica ma «nonostante questo si sono diffuse notizie scorrette». L’assessore comunale ha quindi rimarcato che «il benessere dei bambini sta a cuore a tutti. Ora bisogna fare molta chiarezza perché intorno a questo bando c’è tanta disinformazione». Tra le «false notizie» quella che riguarda il costo del pasto. «Non so perché si parli di 4 euro – ha detto -. Noi abbiamo investito di più perché chiediamo maggiore qualità e abbiamo messo in bilancio più fondi destinati proprio alla refezione scolastica». La base d’asta attuale, dice Baldassarre, è pari a 5,60 euro a pasto: «Più alta del bando precedente». Davanti ad una platea di una cinquantina di persone l’assessore ha spiegato che «non si pensa a nessuna gara a ribasso» per il servizio di Roma Capitale che eroga quotidianamente 150mila pasti. «Davanti a questi numeri consistenti – ha aggiunto -, negli anni siamo riusciti a garantire un servizio di qualità, tanto che la refezione scolastica comunale è considerata una buona prassi a livello internazionale». L’assessore ha inoltre annunciato che a ottobre si terrà in Campidoglio un incontro «per dare gli strumenti giusti e rafforzare il ruolo dei genitori che fanno parte delle commissioni mense».

Dal garante Marzetti l’esortazione a un «colloquio che non porti a una guerra ma a una collaborazione» e l’invito ai genitori a «non entrare nelle dinamiche di un bando pubblico che è materia complessa». Durante l’incontro, ha annotato le varie denunce fatte dai genitori. C’è chi ha parlato di ratti nella scuola, chi ha lamentato la scarsa qualità e quantità dei cibi serviti a mensa, chi ha dichiarato di aver personalmente buttato «carne avariata trovata in una mensa». «Invece di buttarla avrebbe dovuto chiamare immediatamente i Nas», ha detto Marzetti, garantendo che si interesserà «personalmente» delle varie segnalazioni ricevute. Schifino ha quindi avanzato l’idea «di scrivere sinergicamente un nuovo bando considerato che a ottobre, come richiesto dai tempi burocratici, sarà assolutamente necessario emanarne uno nuovo. Ora non abbiamo risposte su come sarà garantita la qualità dei pasti». Stefania Lattanzi, dell’associazione romana Genima (Genitori Nidi e Materne), ha sollevato, tra l’altro, il problema delle aziende che partecipano al bando, le quali «hanno lavorato per il servizio pubblico ma mai con i bambini».

18 luglio 2019