«La norma contiene alcuni aspetti positivi come le ingenti risorse finanziarie messe in campo, ma ci sono altri aspetti che riteniamo meno positivi, primo tra tutti il metodo: è un peccato che Alleanza contro la povertà, con le 39 associazioni che rappresenta, non sia stata coinvolta nella fase preparatoria del decreto». Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli oltre che portavoce dell’Alleanza contro la povertà, è stato ascoltato ieri mattina, 5 febbraio, in Commissione Lavoro al Senato, dove il reddito di cittadinanza è in discussione. Sul tavolo, perplessità, punti critici e richieste per rendere la misura più efficace.

Tra i punti di debolezza della norma per Rossini ci sono anche «i criteri per la distribuzione delle risorse, che danneggiano le persone straniere residenti in Italia, le famiglie con figli e coloro i quali vivono nel nord del Paese, e la partenza prematura della misura, le cui concrete conseguenze rischiano di danneggiare i poveri di oggi e di domani». Ancora, il disegno delle risposte è «eccessivamente sbilanciato verso la dimensione lavoristica della povertà». Perplessità infine anche per «un sistema di governance che non valorizza adeguatamente il contributo dei diversi attori, pubblici e privati, in particolare il Terzo Settore e le parti sociali, impegnati nella lotta contro la povertà».

6 febbraio 2019