Reddito di cittadinanza a oltre 364mila under29, Valditara: «Inaccettabile»

Il ministro dell’Istruzione: «Prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione per persone con titolo di studio superiore ma non occupate né in formazione, pena la perdita del beneficio»

Tra i nodi più discussi della legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri e presentata dalla premier Giorgia Meloni – che attende ora il vaglio del Parlamento – c’è senz’altro il reddito di cittadinanza, di cui si prevedono modifiche già nel 2023 e poi una riforma nel 2024. A riguardo, anche il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha fatto eseguire alle strutture del dicastero una ricerca sui giovani percettori di reddito di età compresa tra i 18 e i 29 anni. L’esito, nelle parole di Valditara, è «sorprendente e inquietante». Di qui l’elaborazione di una proposta «che mostra come la parola “merito” nella visione mia e del governo non sia un orpello retorico, ma costituisca un preciso indirizzo politico», si legge in una nota diffusa dal ministero.

Alla base, i numeri. «In Italia – informa Valditara – ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni. Di essi, abbiamo scoperto che ben 11.290 possiedono soltanto la licenza elementare o addirittura nessun titolo e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media. Ebbene – prosegue -, noi riteniamo si debba prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà. Questi ragazzi – è la nota del ministro – preferiscono percepire il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita».

Per Valditara, è «inaccettabile moralmente» il reddito di cittadinanza «collegato all’illegalità tollerata del mancato assolvimento dell’obbligo scolastico. Significherebbe legittimare e addirittura premiare una violazione di legge». Anche nel caso di un giovane con titoli di studio superiori, che «non ha impedimenti personali, o familiari, ma non cerca un lavoro, né investe in formazione su se stesso», la percezione del reddito «non è sostenibile economicamente e culturalmente. Un ragazzo non può consapevolmente rinunciare a coltivare i suoi talenti in qualunque forma, ed essere contemporaneamente pagato dallo Stato, ovvero dai cittadini italiani. La Grande Alleanza per la Scuola e per il Merito che ho lanciato implica, come tutte le alleanze, il principio di responsabilità. Non c’è merito senza responsabilità», è la tesi del ministro, che conclude: «Sento dire che tagliare il reddito sarebbe disumano. A me pare disumano convivere con l’illegalità, calpestare il diritto allo studio, educare i ragazzi al mantenimento a spese della società piuttosto che a credere in loro stessi e alla possibilità di migliorare le loro condizioni di vita».

24 novembre 2022