Ravasi: annunciare Cristo, «con misericordia e bellezza»

L’incontro nella Chiesa degli Artisti. Il porporato: «Compassione, tenerezza e perdono», tre «colori» dell’amore del Padre, da rivelare nella quotidianità

L’incontro nella Chiesa degli Artisti. Il porporato: «Compassione, tenerezza e perdono», tre «colori» dell’amore del Padre, da rivelare nella quotidianità

L’annuncio del messaggio cristiano deve essere testimoniato con misericordia e fede. Ne ha parlato ieri sera, giovedì 25 febbraio, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, durante il secondo incontro rivolto agli operatori della comunicazione, promosso, per il Giubileo della Misericordia, dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma. L’evento, dal titolo “Misericordia e bellezza nell’annuncio della fede”, si è svolto nella basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, a piazza del Popolo.

Per il cardinale la fede può essere annunciata con misericordia e bellezza soprattutto «dal cristiano semplice, quotidiano, quello della domenica, perché, se è vero che è una qualità prima di tutto di Dio, è continuamente proposta da Cristo a chi vive nel mondo giorno per giorno». Ricordando le parole di Gesù diventate il motto del Giubileo, “Misericordiosi come il Padre”, il cardinale ha evidenziato che «il percorso ideale per riuscire a rivelare la misericordia è la quotidianità, all’interno delle ore e dei giorni sempre uguali, sul luogo di lavoro, nella scuola, nel contatto continuo con le miserie dell’umanità, e si rivela attraverso il perdono». Citando il capitolo 25 del Vangelo di Matteo, in cui si parla del giudizio finale, il presidente del Pontificio Consiglio della cultura ha messo in evidenza che «non basta soltanto essere credenti espliciti per essere ammessi nel Regno, perché c’è una folla di giusti i quali mentre servono l’ultimo della terra compiono un atto cristiano e il loro atto di solidarietà diventa un atto di fede».

Il termine misericordia si intreccia ad altri tre vocaboli, «tre colori», come li ha definiti il cardinale Ravasi: compassione, tenerezza e perdono. «La tenerezza – ha detto – è una virtù che ai nostri giorni si è completamente persa. Le relazioni sono estremamente brutali, immediate, i giovani non sanno neanche cosa significhi scrivere una lettera. Con i cellulari e il linguaggio semplificato, la tenerezza è scomparsa». Una persona misericordiosa, buona, per Ravasi «irradia anche bellezza» ed è per questo motivo che fede, misericordia e bellezza devono sempre camminare di pari passo. Se così non fosse «la fede diventerebbe evasione – ha detto il cardinale -, diventerebbe soltanto utopia mentre è una componente fondamentale della bellezza che suppone la pienezza della perfezione. Se alla fine una persona è contemporaneamente credente e ha dentro di sé la bellezza, è spontaneamente portata ad amare il mondo, a vivere in serenità anche il momento del dolore».

Per quest’Anno giubilare, l’annuncio della fede nella Chiesa degli Artisti passa anche attraverso i giovani. «Due volte al mese  – ha spiegato il rettore, don Walter Insero – un centinaio di giovani, provenienti anche da parrocchie, vengono in piazza del Popolo e invitano i loro coetanei a entrare in chiesa, dove trovano sacerdoti di varie lingue disponibili al dialogo e alla confessione».

26 febbraio 2016