Rapito in Siria padre Murad, della stessa comunità di padre Dall’Oglio

Notizia diffusa da Fides e confermata dall’arcidiocesi di Hom. Il gesuita Sammour: «Era preoccupato ma non ha voluto abbandonare i suoi fedeli»

La notizia diffusa dall’agenzia Fides e confermata dall’arcidiocesi siro cattolica di Hom. Il gesuita Sammour: «Era preoccupato ma non ha voluto abbandonare i suoi fedeli»

Rapito da due sequestratori armati a a Qaryatayn, piccola città della Siria centrale ad un centinaio di chilometri da Palmira, la città presa dai jihadisti dello Stato Islamico, padre Jacques Murad, priore del monastero di Mar Elian, in Siria, che appartiene alla stessa comunità del gesuita romano Paolo dall’Oglio, prelevato anche lui, il 29 luglio 2013, mentre si trovava a Raqqa. A fornire la notizia è l’agenzia Fides, secondo cui il sequestro sarebbe avvenuto lunedì 18 maggio «mentre alte fonti sostengono che il sacerdote sia stato rapito ieri».

Le conferme sono arrivate anche dall’arcidiocesi siro cattolica di Homs, che non conferma però le voci relative al rapimendo, insieme a padre Jacques, anche del diacono Boutros Hanna. L’agenzia di stampa riferisce che due uomini armati, giunti in moto, avrebbero costretto padre Jaques a mettersi alla guida della propria auto e imposto di dirigersi verso una destinazione sconosciuta. Secondo Fides «dietro il rapimento ci sarebbero gruppi salafiti presenti nella zona, che si sono sentiti rafforzati dai recenti successi dei jihadisti di al-Nusra e dello Stato Islamico in territorio siriano».

Anche la fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre, in contatto con il direttore del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Medio Oriente padre Nawras Sammour, conferma che «il monaco era estremamente preoccupato per la presenza dei fondamentalisti a Qaryatayn. Nonostante avvertisse l’imminente pericolo, non ha voluto abbandonare i suoi fedeli ed i tantissimi rifugiati, che sosteneva ed accoglieva nel suo monastero. In passato aveva perfino negoziato con il fronte al Nusra la liberazione di alcuni ostaggi». Padre Sammour riferisce anche di una conversazione recente: «Quando gli ho chiesto se intendeva andarsene – ricorda – mi ha risposto che lo avrebbe fatto soltanto se costretto, altrimenti sarebbe rimasto con il suo popolo. Ha sempre aiutato i siriani ed accolto numerosissimi musulmani nel monastero di Sant’Elia».

Negli ultimi giorni, secondo la ricostruzione fornita da Aiuto alla Chiesa che soffre, padre Jacques aveva accolto anche numerosi sfollati giunti da Palmira, la città oggi in mano allo Stato Islamico. Il suo sequestro viene interpretato da molti come segno della volontà di Isis di conquistare la città di Homs. Da padre Sammour anche il ricordo dei rapimenti di padre Dall’Oglio, dei due vescovi di Aleppo, Yohanna Ibrahim e Bulos Yazigi, e le uccisioni di padre François Mourad, assassinato a Ghassanieh il 23 giugno 2013, e di padre Frans Van Der Lugt, freddato ad Homs il 7 aprile dello scorso anno. 22 maggio 2015