Ramadan, gli auguri del vescovo Spreafico (Cei) ai musulmani d’Italia

Il presidente Commissione ecumenismo e dialogo: «Affidiamo al Dio Altissimo e Onnipotente i malati di questa pandemia». Il richiamo alla fratellanza umana

In apertura del mese sacro del Ramadan, al via questa sera, 23 aprile, nell’ambito della quarantena imposta dalla pandemia di coronavirus, il presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo Ambrogio Spreafico rivolge un messaggio di auguri ai musulmani che vivono in Italia. Fino al 23 maggio, si asterranno dal bere e dal mangiare dall’alba al tramonto 2,6 milioni di fedeli musulmani nel nostro Paese. A loro Spreafico esprime il suo augurio e la sua vicinanza. «In questo momento difficile – scrive -, voi esprimete la sottomissione al Dio Onnipotente e Misericordioso attraverso questo tempo di digiuno e di preghiera».

Nella foto, il vescovo Ambrogio Spreafico

Nel pieno della pandemia che ha costretto anche le comunità religiose a rivedere tradizioni e riti alla luce delle misure di distanziamento sociale imposte dai governi, «affidiamo al Dio Altissimo e Onnipotente i malati, coloro che li assistono, gli anziani che sono i più colpiti, le famiglie in difficoltà e i poveri che ancora di più sentono la mancanza del necessario per vivere», prosegue il vescovo. Nel messaggio di Spreafico anche l’auspicio che «questo Ramadan sia per le vostre comunità anche un segno di condivisione con chi soffre e non ha il necessario, perché la doverosa Zakaat al Fitr, a cui già le vostre comunità sono tenute, diventi davvero universale e quotidiana, come hanno dichiarato recentemente alcuni importanti esponenti del mondo islamico mondiale in relazione al coronavirus. Vi auguro pertanto in questo mese sacro – prosegue – che le vostre comunità possano sempre manifestare nel nostro Paese il desiderio di pace e l’impegno per la convivenza, contrastando ogni genere di violenza e di divisione. Ramadan karim!».

Papa Francesco e Ahmad Muhammad Al-Tayyib, Grande Imam di al-Azhar (foto Vatican News)

Il presule richiama anche il principio della fratellanza umana che lega in modo particolare tutti i seguaci delle diverse fedi. «In una stagione in cui siamo tutti provati dal male che affligge il mondo a causa del Covid-19 e che ha travalicato ogni confine – si legge ancora nel testo -, le religioni, pur nella loro diversità innegabile, possono esprimere la necessità di ritrovare quell’armonia e quel seme di pace che ci uniscono, facendoci riconoscere tutti creati da Dio, tutti appartenenti all’unica famiglia umana». Il riferimento è al Documento firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb in cui si ribadisce che «l’unica via possibile per vivere in pace è il dialogo».

23 aprile 2020