Raid russi senza tregua sull’Ucraina

Un terzo del Paese è al buio: blackout registrati in mille città. E Mosca rilancia l’offensiva su Kharkiv mentre a Kherson inizia l’evacuazione dei civili. La presidente della Commissione europea Von der Leyen: «Attacchi mirati contro infrastrutture civili sono crimini di guerra»

Almeno 4 civili sono morti e altri 12 sono rimasti feriti nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale, durante gli attacchi russi di ieri, 18 ottobre. Lo riferisce il Kyiv Independent, citando il governatore regionale Pavlo Kyrylenko, che precisa che i civili sono stati uccisi a Kurakhovo, Bakhmut, Kurdiumivka e Siversk. Inoltre, i corpi di altri otto civili sono stati trovati nella città di Lyman, liberata. Nella notte invece le forze russe hanno colpito un impianto energetico a Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina meridionale, informa su Telegram il capo dell’amministrazione militare cittadina Oleksandr Vilkul, come riporta sempre il Kyiv Independent. Diversi villaggi nel distretto e in un’area della città sono rimasti senza elettricità. Kryvyi Rih era stata attaccata dai russi anche nella giornata di ieri.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen non ha dubbi: «Gli attacchi mirati della Russia contro le infrastrutture civili stanno segnando un nuovo capitolo di una guerra già crudele. L’ordine internazionale è chiaro. Questi sono crimini di guerra – ha detto intervenendo al Parlamento europeo -. Attacchi mirati contro le infrastrutture civili con il chiaro obiettivo di privare uomini, donne e bambini di acqua, elettricità e riscaldamento con l’arrivo dell’inverno. Questi sono atti di puro terrore. E dobbiamo chiamarli come tali», ha aggiunto. Intanto, nel report di questa mattina lo stato maggiore dell’esercito ucraino riferisce che nelle aree occupate i russi stanno saccheggiando i musei e bruciando i libri in lingua ucraina, riferisce Ukrinform. Il ministero della Cultura e della Politica dell’informazione ha già documentato più di 500 casi di crimini di guerra russi contro il patrimonio culturale ucraino.

Sul terreno, si alza l’allarme per la regione di Kherson, occupata dalle forze russe. Il capo dell’amministrazione militare regionale di Mykolayiv Vitaly Kim rende noto che «i russi si stanno preparando a bombardare Kherson, che è occupata da loro. Stanno evacuando la popolazione, dicono che le forze armate ucraine spareranno, colpiranno Kherson. Ma conoscendo le tattiche russe ho la sensazione che i russi si stiano preparando a colpire Kherson», le sue parole citate da Unian. Le autorità filorusse riferiscono che l’evacuazione dei residenti è iniziata questa mattina, 19 luglio; il programma è di spostare entro una settimana tra le 50 e le 60mila persone sulla riva sinistra del fiume Dnepr o in Russia, ha spiegato il governatore ad interim Volodymyr Saldo in onda su Solovyov Live, come riporta Ria Novosti. E il nuovo comandante dell’esercito di Mosca in Ucraina Sergei Surovkin solo ieri aveva dichiarato che le forze armate russe sono in possesso di informazioni secondo cui Kiev starebbe preparando un massiccio attacco missilistico contro la diga della centrale idroelettrica di Kakhovka.«In un futuro molto prossimo inizierà la battaglia per Kherson. Si consiglia alla popolazione civile di lasciare l’area in vista delle imminenti feroci ostilità, se possibile, per non esporsi a rischi inutili», scrive su Telegram Kirill Stremousov, vice amministratore della regione di Kherson.

Nel frattempo i raid russi hanno messo fuori uso un terzo delle centrali elettriche dell’Ucraina, lasciando senza corrente oltre 1.100 località. E l’esercito di Mosca minaccia di tornare all’attacco – dopo diverse settimane passate sulla difensiva – a partire dalla regione di Kharkiv, simbolo della disfatta di fine estate. La Difesa russa ha rivendicato di aver ripreso il controllo del villaggio di Gorobyevka, che sarebbe il primo a tornare nelle mani di Mosca dopo la clamorosa ritirata di settembre. Nella regione, ha denunciato Kiev, continuano i bombardamenti di infrastrutture energetiche, mentre missili lanciati dalla zona frontaliera di Belgorod hanno colpito un magazzino per gli aiuti umanitari. Nessun movimento offensivo risulta invece al momento dalla Bielorussia, dove sono state dispiegate truppe congiunte di Mosca e Minsk. Queste forze, ha assicurato il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin, «non attaccheranno nessuno» perché la loro missione «è strettamente difensiva».

È di oltre 70 morti e 240 feriti invece il bilancio dei 190 raid russi dell’ultima settimana sulla regione di Kiev. Anche qui, le infrastrutture critiche restano l’obiettivo principale di Mosca con missili, droni e artiglieria, facendo risuonare continui allarmi aerei, nella Capitale come in tutto il Paese. «Dal 10 ottobre, il 30% delle centrali elettriche ucraine è stato distrutto, causando massicci blackout in tutto il Paese», denuncia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, da Kiev a Kryvyj Rih, da Kharkiv a Dnipro, con circa 4mila insediamenti colpiti da blackout in 10 giorni. Secondo Zelensky, «non c’è più spazio per i negoziati con il regime di Putin». Concorde anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che la scorsa settimana ha incontrato il presidente Russo ad Astana: «Ora impossibile» un dialogo diretto.

Le forze armate ucraine da parte loro hanno abbattuto 223 droni Shahed-136 negli ultimi 36 giorni, secondo quanto riferisce l’Aeronautica militare delle forze armate ucraine, citata da Ukrinform. Il primo abbattimento, il 13 settembre nella città di Kupyansk. Ora però l’Ucraina torna a invocare la consegna di armi a lungo raggio dall’Occidente e incassa dalla Nato la promessa di una consegna a giorni di sistemi di difesa contro i droni iraniani Shahed. E una richiesta ufficiale per la fornitura di un sistema di difesa aereo è arrivata da Kiev anche allo Stato di Israele. «Se la politica di Israele consiste davvero nel contrastare costantemente le azioni distruttive dell’Iran, allora è tempo che si schieri apertamente con l’Ucraina», ha detto il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che al contempo ha proposto a Zelensky di interrompere le relazioni diplomatiche con Teheran, che vende armi a Mosca, missili compresi, ma ha sempre negato che vengano usate per l’offensiva.

19 ottobre 2022