R. D. Congo: dopo l’eruzione del vulcano a Goma, 170 i bambini non ancora ritrovati

L’allarme Unicef, dopo l’episodio del 22 maggio: oltre 150 i piccoli separati dalle loro famiglie. I Salesiani: «mancano acqua, cibo e riparo per accogliere gli sfollati»

È considerato uno dei vulcani più attivi e pericolosi del mondo quello che ha eruttato sabato 22 maggio nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo: il monte Nyiragongo (3mila metri), a Goma. La città – Capitale del Nord Kivu, 250mila abitanti – per ordine del Governo, è stata evacuata. Oltre 150 i bambini che sono stati separati dalle loro famiglie, informa l’Unicef, e si teme che dopo la fuga da Goma più di 170 siano dispersi. Sono oltre 5mila infatti le persone  messe in fuga dal vulcano che hanno attraversato il confine con il Ruanda e almeno 25mila sono state sfollate a Sake, 25 chilometri a nord-ovest di Goma.

Da domenica mattina la lava si è fermata e la maggior parte delle persone stanno ritornando verso casa ma in centinaia trovano abitazione danneggiate, carenza di acqua ed elettricità. E resta da chiarire quante famiglie siano state colpite dall’eruzione nel territorio di Nyiragongo, a nord di Goma. Molti bambini nell’area vicino all’aeroporto di Goma, riferiscono ancora dall’Unicef, sono rimasti senza casa e in situazioni di indigenza. Almeno cinque morti sono stati direttamente collegati all’eruzione a Buhene, Kibatshi e Kibumba. Intanto, un team del fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia è stato dispiegato nelle aree colpite di Sake, Buhene, Kibati e Kibumba per fornire una risposta di prima linea. A cominciare dall’installazione di punti di clorazione dell’acqua a Sake e dintorni per limitare la diffusione del colera. Per lo stesso motivo, viene rafforzata la sorveglianza epidemiologica, specialmente a Goma, dopo il ritorno di migliaia di residenti. Ancora, gli operatori Onu sono impegnato nella realizzazione di due centri di transito per bambini non accompagnati e separati dai genitori, in collaborazione con le autorità congolesi locali. L’Unicef sta anche lavorando con i partner per fornire orientamento ai casi di violenza e abuso di genere. verso un adeguato supporto medico e psicosociale.

L’ultima eruzione di Nyiragongo, il 17 gennaio 2002, ha lasciato più di 100mila persone senza casa. Prima ancora, nel 1977, c’erano stati oltre 600 morti. Agli sfollati e alle persone senza casa va anche la sollecitudine dei Salesiani, missionari nella zona da 30 anni. Tre, in particolare, quelli «di casa» nell’Est Congo, informano attraverso un video: «Sono al sicuro ma segnalano che mancano acqua, cibo e riparo per accogliere gli sfollati».

25 maggio 2021