Quei piccoli atti per fare una svolta

Dal Sinodo sull’Amazzonia l’appello a una conversione ecologica, basata sulla connessione intima tra ecologia e giustizia. Le proposte concrete, per fare ciascuno la propria parte

Alla conclusione del Sinodo speciale sull’Amazzonia, Papa Francesco ha lasciato una raccomandazione: non leggete il documento finale estrapolando singoli punti o proposte ma soffermatevi sulle diagnosi, sui cammini di conversione. I Padri sinodali, infatti, riconoscendo che convertirsi implica rendere evidente l’incontro con Cristo in tutte le relazioni con il mondo circostante, hanno proposto quattro cammini di conversione: pastorale, culturale, ecologica e sinodale.

Incendi e deforestazione in AmazzoniaRaccogliendo l’appello, in questa sede proviamo a lasciarci interpellare dai cammini di conversione ecologica. Un primo punto interessante lo troviamo al numero 66 del documento, dove ci si sofferma sull’ecologia integrale, che ha il suo fondamento nel fatto che «tutto è in relazione» (Laudato si’ n. 16). E, a partire da questa constatazione, si rileva che ecologia e giustizia sono intimamente connesse. In Amazzonia, ma anche in altre parti del mondo, si rende evidente che il mancato rispetto della terra e dell’ambiente significa immediatamente sfruttamento dei più poveri, spargimento di sangue innocente e criminalizzazione di chi difende i diritti dei più poveri. L’industria estrattiva, soprattutto quella illegale, aumenta le sacche di povertà, crea problemi di salute, innesca fenomeni di tratta e di prostituzione, aumenta le disuguaglianze, facendo concentrare la ricchezza nelle mani di pochi.

Come cristiani non si può rimanere indifferenti di fronte a tutto ciò: ogni essere umano è creato a immagine di Dio e ogni vita è sacra e inviolabile. L’indifferenza è la base per la creazione di una cultura dello scarto. Il Sinodo, allora, invita a riconoscere i peccati ecologici come azioni o omissioni nei confronti di Dio, del prossimo, della comunità e dell’ambiente. Se il grido del povero e il grido della terra sono lo stesso grido, e non esiste che una sola crisi sociale, economica ed ambientale, allora ascoltare quel grido vuol dire mettere in atto processi di conversione. E il primo atto di una conversione è riconoscere che si sta percorrendo un sentiero sbagliato.

isola di plastica mediterraneo, ecologiaIn un mondo ripiegato su se stesso, che sembra non riuscire a pensare a chi viene dopo di noi, l’assemblea sinodale suggerisce che il peccato ecologico è un peccato contro le future generazioni, è un venire meno all’impegno dato da Dio all’uomo e alla donna: quello di custodire la terra. Il documento suggerisce anche azioni concrete: adottare stili di vita più sobri, favorire il riuso e il riciclo degli oggetti, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e dalla plastica, rivedere le nostre abitudini alimentari. Sembrano piccoli atti, ma in realtà se ci muovessimo tutti in questa direzione, si produrrebbe una svolta nell’economia e nella finanza: diventerebbero più amiche della persona e dell’ambiente. Le imprese più sensibili lo hanno già capito e stanno modificando sia l’offerta di beni e servizi sia il modo di produrre, riducendo gli scarti. Si tratta, semplicemente, di fare ciascuno la propria parte. (da Roma Sette del 10 novembre 2019)

25 novembre 2019