Quasi 900mila in Italia i lavoratori domestici

Tanti gli irregolari. Le anticipazioni del Rapporto dell’Osservatorio Domina: oltre l’85% è donna, il 69,5 % ha nazionalità straniera. Aumentano gli italiani: il 30,5%

Appuntamento il 31 gennaio alle 14 in Senato per la presentazione del quinto Rapporto dell’Osservatorio Domina. Una mappatura del lavoro domestico in Italia nel 2022, di cui è già disponibile qualche anticipazione. A cominciare dal numero complessivo dei lavoratori: poco meno di 900 mila, per lo più donne (85%) e in maggioranza stranieri (69,5%). Sono comunque in aumento gli italiani, che salgono al 30,5%.

Stando agli ultimi dati Inps, c’è da registrare anzitutto un «calo fisiologico» dei lavoratori domestici, che nel 2022 sono quasi 80mila in meno (-7,9%) rispetto all’anno precedente. Per Domina, è una conseguenza della «fine degli effetti della “sanatoria”, la norma che ha consentito la regolarizzazione di molti lavoratori domestici stranieri», oltre che di «una situazione di incrementi registrati nel biennio 2020-2021 causati da una maggiore regolarizzazione dei rapporti di lavoro durante la pandemia». In crescita invece il trend dei lavoratori domestici italiani, che in alcune regioni arrivano ad essere la maggioranza. Su tutte, la Sardegna, dove sono l’82,2%.

Pur avendo una produttività piuttosto bassa rispetto ad altri settori economici, il lavoro domestico offre comunque un contributo positivo al Pil italiano, nell’ordine dell’1%. Nonostante questo, rilevano ancora da Domina, continua a essere uno dei settori con il maggiore tasso di irregolarità: il 51,8%, contro una media nazionale dell11,3% per gli altri settori economici.

Il Rapporto prende in esame, infine, le proposte di riforma annunciate, tra cui l’European Care Strategy, evidenziandone obiettivi e possibili linee operative, per poi offrire una visione d’insieme a livello nazionale e regionale. In alcuni territori – in particolare in Campania, Basilicata e Calabria – gli effetti della sanatoria sono stati più significativi, mentre in altre zone del Paese il calo è stato meno importante. Offre quindi una mappatura a livello regionale delle norme, progetti pilota e forme di indennità per le famiglie che sia le amministrazioni locali sia i decisori politici possono valutare per elaborare politiche a sostegno della famiglia.

11 gennaio 2024