Quarta falla nel gasdotto Nord Stream

Scoperto un totale di 4 perdite, due delle quali nella zona economica della Svezia, che non esclude ci sia stata una terza detonazione. Il timore della Germania: potrebbe non funzionare mai più. Prende corpo l’ipotesi del sabotaggio: scambio di accuse Usa – Russia

Dopo le esplosioni delle linee del gasdotto Nord Stream 1 e 2, la Guardia costiera svedese dà notizia di una quarta perdita di gas, anche se non è in grado di spiegare perché la segnalazione di questa nuova falla sia avvenuta in ritardo. I quotidiani svedesi riferiscono l’ipotesi del sismologo Björn Lund di una terza detonazione. In ogni caso, due delle quattro perdite si trovano nella zona economica svedese: «La distanza è qualcosa di soggettivo, ma sono vicine», spiega Jenny Larsson, funzionario della Guardia costiera.

Stando ai media svedesi, la nuova perdita riguarderebbe il gasdotto Nord Stream 2; al momento però le autorità non sono in grado di confermarlo. Finora la Svezia aveva segnalato una perdita sul Nord Stream 1 a nord-est dell’isola di Bornholm, nel Mar Baltico. La Danimarca ha confermato la presenza di una perdita sul Nord Stream 2 a sud-est dell’isola e di un’altra a nord-est sul Nord Stream 1. Le grandi perdite però stanno causando notevoli bolle marine di centinaia di metri in superficie, tanto da rendere per il momento impossibile l’ispezione delle strutture.

In Germania prende corpo il timore che i gasdotti Nord Stream potrebbero non funzionare mai più, corrosi dall’acqua salata, dopo che entrambe le linee dell’infrastruttura che collega la Russia all’Europa sono state gravemente danneggiate dalle esplosioni, sulla cui natura continuano a circolare diverse ipotesi. Compresa quella del sabotaggio, sulla quale rimbalzano le accuse. Mosca intanto – che definisce «stupido e assurdo» incolpare la Russia – ha aperto un’inchiesta per “terrorismo internazionale” e ha chiesto e ottenuto per domani, 30 settembre, una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sull’accaduto. Svezia e Danimarca sono state incaricare di fornire ai membri del Consiglio tutte le informazioni in merito, visto che due delle falle che si sono aperte nei gasdotti si trovano due nella zona economica esclusiva di Copenaghen, l’altra in quella di Stoccolma. A quest’ultima poi si aggiunge quella segnalata dalla Guardia costiera.

gasdotto nordstream2 mappa

Sebbene fosse fermo da agosto, il Nord Stream era pieno di gas, che ora, rende noto l’agenzia danese per l’Energia, si è già disperso nell’atmosfera. Il resto, precisano, fuoriuscirà entro domenica 2 ottobre; solo allora, quando il gas sarà finito, sarà possibile scendere in profondità per indagare, ha spiegato il ministro della Difesa danese Morten Bodskov. Di gas «molto costoso», di proprietà russa, ha parlato anche il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, chiarendo che se non fosse stato per i danni subiti «il sistema sarebbe stato pronto a pomparlo. Ora questo gas si sta disperdendo nell’aria».

Un modo, quello di Peskov, per rispondere in qualche modo alle velate accuse che dall’Occidente si stanno alzando verso la Russia, evidenziando l’inutilità di infliggersi, da soli, un danno tanto grave. A rincarare la dose, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, secondo cui dovrebbe essere piuttosto il presidente americano Joe Biden a chiarire il ruolo degli Usa in quando accaduto. E a sostegno del suo puto di vista, ha rilanciato sul canale telegram un video risalente al 7 febbraio, prima dell’invasione russa, in cui il capo della Casa Bianca a colloquio con il cancelliere tedesco Olaf Scholz asseriva: «Se la Russia attraversa il confine ucraino, non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi metteremo fine». Quindi, alla domanda di un giornalista sul “come”, rispondeva: «Ve lo assicuro, saremo capaci di farlo». Di qui la richiesta di Zarkhova al presidente americano Biden di «dire se gli Usa abbiano messo in atto la loro minaccia». La replica della Casa Bianca: «Ridicolo». Le parole del presidente, spiegano, si riferivano alla pressione esercitata su Berlino affinché fermasse l’avvio del Nord Stream 2, cosa poi effettivamente accaduta.

Mosca intanto, oltre ad avviare un proprio procedimento per terrorismo internazionale, si è detta disponibile a considerare richieste per un’indagine congiunta da parte europea, che però al momento non sarebbero state avanzate da nessuno. La Svezia, da parte sua, ha annunciato un’inchiesta per «sabotaggio aggravato» contro la sicurezza e gli interessi nazionali; la Norvegia, la Germania e la Commissione europea nel frattempo hanno innalzato il livello di vigilanza sulle loro infrastrutture energetiche.

29 settembre 2022