Quando la misericordia passa attraverso la giustizia

Nel convegno Caritas, il punto sull’assistenza legale gratuita. 151 gli utenti assistiti nel 2015. Feroci: «La povertà condiziona la tutela dei diritti»

Il punto sull’assistenza legale gratuita nel convegno Caritas organizzato alla Lateranense. 151 gli utenti assistiti nel 2015. Feroci: «La povertà condiziona la tutela dei diritti»

Sempre più persone chiedono assistenza legale gratuita alla Caritas di Roma o fanno ricorso al gratuito patrocinio, perché non possono pagare un avvocato. Lo confermano i dati: nel 2015 sono stati 151 gli utenti assistiti gratuitamente dal Nucleo assistenza legale della Caritas (Nalc) nella provincia di Roma; l’anno precedente erano stati 114. I numeri del ministero della Giustizia, invece, indicano l’aumento del ricorso al patrocinio a carico dello Stato nel processo penale, che garantisce il diritto gratuito alla difesa da parte di un avvocato a chi ha un reddito imponibile non superiore a 11.528,41 euro. Le persone ammesse nel 2013 sono state in tutta Italia oltre 126.500, l’anno successivo 133.250.

«La povertà condiziona anche l’accesso alla giustizia – ha spiegato monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, nel corso del convegno “Misericordia è giustizia” organizzato mercoledì 27 aprile alla Pontificia Università Lateranense -. Le persone più fragili sono spesso prive non solo di risorse ma anche di conoscenze. Quindi hanno maggiori difficoltà ad accedere a informazioni per tutelare i loro diritti». Ecco perché il Nalc, grazie a una trentina di avvocati che prestano il loro servizio da volontari, fornisce assistenza legale gratuita a chi vive in un contesto socio-economico di disagio.

Lo scorso anno la segreteria del Nucleo ha ricevuto 130 nuove segnalazioni. Sono state 51 le persone che hanno avuto un sostegno legale gratuito. Le altre invece hanno potuto contare sulle consulenze. Emergono anche nuove esigenze da parte degli utenti, come i ricorsi contro il diniego della protezione internazionale per i rifugiati, dopo che sono stati ospitati nelle parrocchie. «Con le consulenze che offriamo, la gente capisce di non essere sola – ha spiegato il coordinatore degli interventi legali del nucleo, l’avvocato Sabina Battista -. Spesso le persone hanno bisogno di essere ascoltate, perché non sanno cosa fare e a chi rivolgersi. I casi che affrontiamo con maggiore frequenza riguardano separazioni, affidi di minori e sfratti esecutivi. Vicende che tante volte sono proprio conseguenze della povertà».

Povertà assoluta che nel 2014, secondo i dati Istat, ha toccato il 6,8 per cento della popolazione italiana. Prima della crisi economica, nel 2007, sfiorava il 3,1 per cento. «Adesso riguarda strati sociali che prima non erano interessati – ha spiegato Francesco Marsico, responsabile dell’Area nazionale di Caritas Italiana -. Mentre in passato i più colpiti erano gli anziani, ora ne risentono soprattutto le nuove famiglie, perché i giovani non hanno una stabilità occupazionale». Una realtà che impone il ripensamento del welfare: «Serve una forma di accompagnamento delle famiglie, che si traduce in un reddito di inclusione sociale ma anche in misure di sostegno per le esigenze non solo economiche», ha aggiunto Marsico.

In attesa di politiche che seguano questa direzione, secondo gli esperti, resta fondamentale il volontariato e la misericordia. Quest’ultima «ha un ruolo centrale sia nella politica che nell’economia. Il mercato senza la dimensione del dono rischia di diventare rigido», ha ribadito Flavio Felice, docente della Lateranense. Lo stesso vale anche per la giustizia, come ha spiegato il rettore, monsignor Enrico Dal Covolo: «La vera giustizia include anche la misericordia, che è il suo vero fine ultimo». (Filippo Passantino)

28 aprile 2016