Quale futuro per Roma? Rilancio nell’inclusività

Alla Gregoriana la presentazione di una ricerca sulla città e le sue contraddizioni curata da Sangalli, fondatore e presidente della Scuola Sinderesi

Roma, riferimento nevralgico per l’Europa, con la sua costante crescita urbana nei secoli è passata da città a metropoli a megalopoli. La Capitale d’Italia, ricca di storia ma altamente complessa, non riesce a rispondere adeguatamente all’esigenza dei servizi e ai criteri di vivibilità dei romani che la affossano tra le ultime capitali europee. Oggi, davanti a quale Roma ci troviamo? Al quesito cerca di rispondere la ricerca “Roma: tre millenni da Capitale. E ora?” che sarà presentata questo pomeriggio, 7 febbraio, alle 17.30, alla Pontificia Università Gregoriana. Tra i partecipanti il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, e Bernhard Kotsch, ambasciatore della Germania presso la Santa Sede.

Curato da monsignor Samuele Sangalli, fondatore e presidente della Scuola Sinderesi – attiva nel Centro Fede e Cultura “Alberto Hurtado” della Gregoriana -, l’elaborato esamina ogni sfaccettatura della Capitale. Attraverso relazioni, seminari e workshop la ricerca mette in luce che «persiste una difficoltà di governo della città – spiega Sangalli -. Nonostante la legge n°42 del 2009 sul federalismo fiscale e le Città metropolitane, non è stato ancora individuato un modello istituzionale idoneo e funzionale alla gestione della complessità odierna». Dal rapporto tra centro e periferia emerge che «ci sono zone “abbandonate” del centro – prosegue il presidente di Sinderesi – e periferie mal collegate». Differenze emergono anche nella distribuzione del credito, con «il trasferimento di molte filiali di banca dal centro alla periferia in modo non proporzionale e funzionale a cittadini e imprese».

C’è poi una proposta di integrazione del quartiere San Basilio, «dove c’è un gran lavoro di supplenza da parte della Chiesa». I contributi dell’arcivescovo Gianpiero Palmieri, già vicegerente della diocesi di Roma, di Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, e di Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia, rivelano «quanto sia importante la collaborazione tra le comunità religiose maggioritarie a Roma». I 45 ricercatori di Scuola Sinderesi indicano poi itinerari giuridici ed economici da seguire. «È emerso chiaramente che Roma non può vivere solo di turismo – dice il presule-. Usare solo questo paradigma per rilanciare il modello produttivo non funzionerebbe se non in stretta correlazione con il resto d’Italia. Se Roma resta ripiegata su se stessa, il rilancio zoppica».

Guardando al futuro, Sangalli ricorda che «Roma conserva una forte identità di moderazione nella sua humanitas; è una città sempre pronta ad accogliere il diverso. Questo modello di inclusività può far diventare la città un laboratorio di eccellenza». Sull’accoglienza degli universitari stranieri si sofferma la ricercatrice Antonella Piccinin. «Gli studenti che vengono a Roma fanno i conti con le difficoltà legate perlopiù a una generale disorganizzazione che va dalle interminabili attese dei mezzi di trasporto alle più complesse attività burocratiche per la permanenza in Italia», afferma. Sarebbe quindi necessario «pensare a percorsi che facilitino l’inserimento dei giovani nelle varie realtà presenti sul territorio, a partire proprio da uno snellimento delle procedure burocratiche, come di quelle di scambio e mutuo riconoscimento tra le università. In questo potrebbe venire in aiuto la cosiddetta “terza missione” delle stesse università, che potrebbe essere estesa anche al contesto delle realtà accademiche straniere presenti a Roma e in Italia». Per Augusto D’Angelo, docente della Sapienza, membro della Comunità di Sant’Egidio e tra gli autori del libro “Schiava di Roma? I 150 anni di una Capitale”, dalla ricerca «emergono profili approfonditi che aiutano a comprendere il volto di una città molto differenziato. A Roma non si può parlare solo di un confronto tra centro e periferie perché anche queste ultime sono molto diversificate da zona a zona. Il tema che emerge con forza è quello della necessità di ripensare Roma, perché un’idea vera e propria di quello che debba essere la Capitale d’Italia non viene articolata da qualche decennio. Nel volume – conclude – ci sono spunti interessanti per provocare un dibattito».

7 febbraio 2022