Putin e la minaccia delle armi nucleari: «Pronti ai test ma non le useremo per primi»

Davanti all’Assemblea federale, il presidente russo fa il punto sulla guerra in Ucraina e sulla situazione economica e sociale della Russia. «L’obiettivo dell’Occidente è portarci a una sconfitta strategica, vogliono eliminarci per sempre. Ma noi raggiungeremo i nostri obiettivi»

La Russia «sospende» l’applicazione dello Start, l’ultimo trattato sulla riduzione delle armi nucleari ancora in vigore con gli Usa, perché non può permettere agli ispettori americani di visitare i suoi siti nucleari mentre Washington è intenta a infliggere «una sconfitta strategica» a Mosca. Lo ha affermato questa mattina, 21 febbraio, il presidente russo Valdimir Putin, parlando davanti all’Assemblea federale. «Sospendiamo il trattato, ma non ce ne ritiriamo», ha aggiunto, invitando il ministero della Difesa e Rosatom – azienda pubblica russa attiva nel settore dell’energia nucleare che raggruppa oltre 360 imprese – a essere pronti per dei test sulle armi nucleari. «Non le useremo mai per primi, ma se lo faranno gli Stati Uniti dobbiamo essere pronti. Nessuno deve farsi illusioni: la parità strategica non deve essere infranta», le sue parole.

Il presidente ha ribadito che la Russia voleva una soluzione pacifica in Ucraina per evitare l’intervento militare, ma l’Occidente giocava «con carte false» per ingannare Mosca. «L’obiettivo dell’Occidente è portare la Russia a una sconfitta strategica – ha affermato -, vogliono eliminarci per sempre. Non si rendono conto che è in gioco l’esistenza stessa della Russia. Ma noi raggiungeremo i nostri obiettivi». Quindi, facendo il punto sulla situazione socio-economica del Paese, ha continuato: «Parlo in un momento molto complesso e decisivo di cambiamenti radicali che definiranno il futuro del nostro Paese e popolo». E ha ricordato anche gli «aiuti» all’Italia. «La Russia sa essere amica e mantenere la parola data, lo dimostra il nostro aiuto ai Paesi europei, come l’Italia, durante il momento più difficile della pandemia di Covid, esattamente come stiamo andando in aiuto nelle zone del terremoto», ha osservato.

Nelle parole di Putin, la certezza che «è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia» e che «più useranno sistemi a lungo raggio, più dovremo tenere lontana la minaccia dai nostri confini, è chiaro e naturale». Quindi, ancora una sottolineatura sulla forza di deterrenza nucleare del Paese, «dotata al 90% di armi avanzate. Un livello che dovrebbe essere esteso all’intero esercito». La Russia, ha continuato, «produce nuove tecnologie che migliorano la preparazione al combattimento dell’esercito e della marina. Queste tecnologie esistono, e il ritmo della loro produzione e applicazione sta migliorando».

Riguardo all’Ucraina, il leader russo ha affermato che «voleva dotarsi di armi nucleari. Non avevamo dubbi che a febbraio avevano pronte operazioni punitive nel Donbass, dove già avevano fatto bombardamenti e questo era in contraddizione con la risoluzione dell’Onu. Loro hanno fatto cominciare la guerra, noi usiamo la forza per fermare guerra. Kiev – ha continuato – non solo voleva attaccare il Donbass, ma anche la Crimea». Centrale, nella sua analisi, il ruolo dell’Occidente, che «ha preparato l’Ucraina a una grande guerra e oggi lo riconosce. L’Occidente ha già speso 150 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina e il flusso di denaro non diminuisce». Lo stesso popolo ucraino «è ostaggio del regime nazista di Kiev. Non siamo in guerra con il popolo dell’Ucraina», sono ancora le parole del capo del Cremlino, che ha accusato Kiev e i suoi protettori occidentali di «aver occupato il Paese politicamente, militarmente ed economicamente».

Ancora, ricordando l’esperienza del nazismo in Germania negli anni ’30, Putin ha accusato l’Occidente di appoggiare anche milizie naziste in Ucraina, perché agli occidentali «non interessa niente, e sono pronti a usare chiunque» contro la Russia. Si è scagliato quindi contro la diffusione delle nuove teorie di genere in Occidente. «Siamo obbligati a proteggere i nostri figli – ha sottolineato – e lo faremo. Proteggeremo i nostri bambini dal degrado e dalla degenerazione», ha assicurato, denunciando la «catastrofe spirituale in Occidente», dove «la distruzione della famiglia, dell’identità culturale e nazionale, la perversione e l’abuso dei bambini, fino alla pedofilia, sono dichiarate la norma della loro vita e i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso».

Un capitolo a parte, quello dedicato all’economia, che «ha superato tutti i rischi», ha riferito il presidente russo, sottolineando tra l’altro che nel 2022 il calo del Pil è stato del 2,1% rispetto alle previsioni molto peggiori del marzo del 2022, dopo l’avvio dell’operazione militare in Ucraina. «Abbiamo tutto per garantire la sicurezza e lo sviluppo del Paese. L’obiettivo strategico è portare la nostra economia a nuovi confini, è un momento di sfide e possibilità, da come le realizzeremo dipende la nostra vita – ha detto -. Espanderemo la cooperazione economica con altri Paesi e costruiremo nuovi corridoi logistici. Grazie a una buona bilancia dei pagamenti della Russia, non abbiamo bisogno di inchinarci e mendicare soldi all’estero». Basti pensare che per contrastare le sanzioni occidentali la Federazione russa ha stanziato oltre un trilione di rubli a sostegno della sua economia; fondi che saranno reperiti non con emissione di titoli, ha spiegato il leader russo,  ma con un forte contributo del mercato. Quindi ha riferito che molte industrie nell’ultimo anno non solo non hanno diminuito la loro produzione, ma l’hanno anzi aumentata, e che anche l’agricoltura ha mostrato una crescita a due cifre».

Immancabile un riferimento a chi ha portato fondi all’estero e che «è stato saccheggiato, derubato, ha perso tutto. Erano certo risorse legalmente detenute – il commento -. Aggiungerò un semplice dettaglio: nessuno dei semplici cittadini del Paese è dispiaciuto per chi ha perso i capitali all’estero, per chi si è comprato yacht e ora ha i fondi bloccati. Per l’Occidente sono cittadini di seconda classe. Ma c’è una seconda scelta: lavorare per la propria patria e questi imprenditori sono tanti e qui è il futuro del business». Duro l’attacco agli oligarchi che si sono arricchiti a partire dalla stagione delle privatizzazioni degli anni ’90, quando le aziende dello Stato venivano vendute «quasi per niente», e che «invece che produrre tecnologia e creare posti di lavoro in Russia, investivano in yacht all’estero. Nessuno dei comuni cittadini – ha aggiunto – è dispiaciuto per coloro che hanno perso i loro capitali, yacht e palazzi all’estero. Non supplicate per riavere i vostri soldi – il monito -. Non investite all’estero ma in Russia. Lo Stato e la società vi sosterranno».

Da ultimo, il capo del Cremlino ha espresso la certezza che «la maggioranza assoluta dei russi ha espresso il proprio sostegno all’operazione militare speciale», sottolineando che «il Mar d’Azov è tornato a essere un mare interno della Russia. Coloro che sono sulla strada del tradimento devono essere ritenuti legalmente responsabili, ma non ci sarà una caccia alle streghe», ha assicurato. Per Putin, «l’Occidente ha scatenato una guerra militare e informatica e non è riuscita ad ottenere nulla e nulla riuscirà ad ottenere. Poi ci ha imposto sanzioni che hanno provocato la crescita dei prezzi e la perdita dei posti di lavoro: sono vittime delle loro stesse decisioni e i cittadini lo sanno». Quindi, uno sguardo al futuro: alle elezioni di settembre e alle presidenziali nel 2024, che «saranno tenute nel rispetto della legge – è la promessa -. Nella difesa della Russia tutti noi dobbiamo coordinare le nostre forze e i diritti per supportare il diritto supremo e storico: il diritto della Russia ad essere forte. La Russia ci è stata consegnata dai nostri antenati, e noi dobbiamo preservarla e passarla alle generazioni future. Su ciascuno di noi c’è una grandissima responsabilità per difendere il nostro Paese e liquidare la minaccia del regime neo nazista». I leader occidentali, ha concluso, «vogliono far soffrire i nostri cittadini. Vogliono far soffrire le persone in modo da destabilizzare la nostra società dall’interno. Ma i loro calcoli non hanno dato buoni risultati».

21 febbraio 2023