Puccini e Schubert: Roma Tre Orchestra porta la grande musica nelle chiese di periferia
Il 7 dicembre il concerto conclusivo a Santa Maria Ausiliatrice. Il direttore artistico Vicari: «La bellezza vince sempre. Emozionante la reazione delle persone»
Due alberi di Natale luccicanti e addobbati a festa sull’altare. Sulla destra, prima delle scale, un cartello con un cielo stellato. Una scritta bianca recita: “La musica è ovunque”. Ma ieri sera, 5 dicembre, si è fermata in modo particolare nella chiesa di San Bonaventura da Bagnoregio, nel quartiere Don Bosco. Le note della Messa di Gloria di Giacomo Puccini sono arrivate dritte al cuore dei tanti fedeli che hanno riempito le panche della parrocchia, diventata per qualche ora come la platea di un grande teatro.
Merito di Roma Tre Orchestra, che dal 30 novembre scorso sta promuovendo concerti gratuiti nelle chiese delle periferie romane. Il fil rouge è uno solo: celebrare i cento anni dalla scomparsa di Puccini e offrire la possibilità a tutti di avvicinarsi alla musica. Il tutto grazie al contributo di Fondazione Roma e al ministero della Cultura. Quello di ieri è stato il penultimo incontro dei sei in programma. Sabato prossimo, 7 dicembre, alle 19.30 andrà in scena il concerto conclusivo, nella basilica di Santa Maria Ausiliatrice. Il programma è sempre lo stesso: in apertura l’esecuzione della malinconica Sinfonia “Incompiuta” di Franz Schubert e a seguire la spiritualità della Messa di Gloria di Puccini.
Mentre comincia a suonare l’orchestra, una squadra di cento elementi diretta dal giovane Sieva Borzak, per poi aggiungersi anche il coro International Opera Choir sotto la guida di Giovanni Mirabile, tutti si immergono subito nella musica. Anche il parroco don Stefano Cascio, vicedirettore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma. «Il concerto è un vero e proprio segno di speranza, soprattutto per una comunità di periferia che ha davvero bisogno anche di momenti come questi – ha detto il sacerdote a RomaSette -. Abbiamo seminato un seme nel cuore delle persone. La musica è un linguaggio universale. Tocca nel profondo. Per noi è essenziale partire proprio da questa sete di bellezza, per poi incanalarla spiritualmente».
In questa direzione si muove l’iniziativa. A spiegarlo a RomaSette è Valerio Vicari, direttore artistico di Roma Tre Orchestra. «Il progetto mira proprio a portare la bellezza della musica in luoghi che spesso non sono al centro della grande produzione musicale – sottolinea – Questo è stato il nostro intento: portare una grande orchestra e un grande coro nelle periferie di Roma.
Com’è stato l’impatto con il calore della gente?
È stato emozionante vedere persone che non erano abituate a trovarsi il grande repertorio letteralmente sotto casa. Un signore mi ha detto: “Solitamente, per andare a vedere i grandi concerti, devo attraversare tutta la città. Non mi sembrava vero di avere tutto questo a due passi”. La bellezza vince sempre: quando si incontra la grande arte, si rimane toccati e incantati. Speriamo che chi ha partecipato alle serate abbia custodito un pezzettino di questa esperienza nel cuore e si avvicini di più al nostro mondo.
Perché la scelta della Messa di Gloria?
È una grande composizione sacra di Puccini. Ci ha dato l’opportunità di portarla nelle chiese. Era quindi il brano più adatto per celebrare il grande compositore in questo tipo di contesto.
Che cosa comunica?
È un brano che compose giovanissimo, come pezzo per il suo diploma. Aveva solo 22 anni. Non è ancora il Puccini maturo delle sue opere più famose, come Madama Butterfly, Tosca o Turandot, ma la sua genialità è già evidente. Le melodie sono straordinarie e sono capaci di incantare il pubblico. È un ottimo modo per avvicinarsi a questo grande artista.
Che rapporto ha con la Sinfonia “Incompiuta” di Schubert?
Abbiamo voluto raccontare un incontro simbolico tra due mondi che non si sono conosciuti. Schubert muore molto prima della nascita di Puccini, ma il suo brano condivide una certa profondità spirituale con la Messa di Puccini. La sinfonia, scritta nel suo ultimo anno di vita e rimasta incompleta, è purtroppo intrisa di morte. Schubert è malato, ma ugualmente sente questo grande desiderio di scrivere. Sono quindi due modi diversi di riportarci alla dimensione più profonda dell’animo umano e di ricondurci alla nostra spiritualità.
Facendo un passo indietro, come nasce Roma Tre Orchestra?
È nata più di vent’anni fa. All’epoca ero uno studente dell’Università Roma Tre e ho voluto lanciare questo progetto. Da quel sogno giovanile è cresciuta una realtà riconosciuta dal ministero, dalla Regione Lazio e da importanti fondazioni private. Ora l’Orchestra porta la grande musica non solo a Roma, ma in tutta Italia e presto anche in Francia. Siamo una delle realtà giovanili più importanti a livello nazionale.
E adesso?
Abbiamo tanti progetti, ma il prossimo obiettivo è il concerto del ventesimo anniversario. Il 18 febbraio 2025 lo festeggeremo con il terzo atto di “Sigfrido” di Richard Wagner al Teatro Palladium.
Siamo alle porte del Giubileo: la musica è speranza?
Decisamente sì. La musica ha dato un senso alla mia vita e sono convinto che quando tocca il cuore, ci rimane. È qualcosa che vive nella nostra anima e ci eleva a Dio, come era convinto anche Papa Benedetto XVI.
5 dicembre 2024