Protezione internazionale, la preoccupazione del “Tavolo asilo”

Le sigle riunite nel coordinamento lamentano la mancata consultazione del terzo settore e chiedono un sistema nazionale con pianificazione adeguata

In una nota, le sigle riunite nel coordinamento lamentano la mancata consultazione del terzo settore e chiedono un sistema nazionale con una pianificazione adeguata

La riforma del sistema di accoglienza e riconoscimento della protezione internazionale suscita la «forte preoccupazione» delle sigle del “Tavolo nazionale asilo” (Acli, Arci, Asgi, Caritas italiana, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Centro Astalli, Comunità di Sant’Egidio, Consiglio italiano per i rifugiati, Casa dei diritti sociali, Save the children). Le diverse associazioni infatti sono entrate in possesso in via informale del testo elaborato da Palazzo Chigi e che, dopo i pareri previsti, potrebbe diventare il Decreto legislativo di recepimento delle direttive europee su accoglienza e asilo.

In particolare il Tavolo asilo, si legge in una nota, «lamenta con forza la mancata consultazione con il terzo settore, che ha portato all’elaborazione di proposte legislative lontane dalla realtà del diritto d’asilo in Italia», chiedendo «che venga avviato un dialogo al fine di migliorare il testo prima della sua adozione». Il timore è che l’attuale testo di Palazzo Chigi possa «modificare l’assetto del sistema asilo italiano», riconosciuto comunque come «inadeguato a dare risposte efficaci all’aumento degli arrivi di persone bisognose di protezione internazionale», senza riuscire comunque ad «assicurare adeguate risposte in termini di accoglienza e garanzia dei diritti dei richiedenti asilo».

Ancora, l’ipotesi di Decreto, rende noto il Tavolo, «istituisce i cosiddetti Hub, centri di accoglienza regionali/interregionali dove dovrebbero essere realizzate le operazioni d’identificazione e formalizzazione della domanda di protezione». Il timore è che «questi centri possano replicare l’inefficace e segregante esperienza dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara)». Al contrario, «deve essere assicurato inderogabilmente il trasferimento dei richiedenti asilo in tempi brevissimi verso le strutture territoriali di accoglienza». Per le strutture di emergenza dovrebbe essere considerato un utilizzo esclusivamente «residuale». L’obiettivo indicato dalle associazioni: l’istituzione di «un sistema nazionale con una pianificazione adeguata, criteri di ripartizione regionale più stringenti, il coinvolgimento di tutti gli enti locali anche attraverso l’eliminazione dell’onere del co-finanziamento nel sistema d’accoglienza territoriale».
La richiesta del Tavolo asilo è che il sistema di prima accoglienza sia «organizzato ricorrendo a strutture diffuse di piccole e medie dimensioni da includere nell’ordinario sistema di accoglienza territoriale». Infine, occorre «limitare fortemente sia i tempi sia le fattispecie per il trattenimento nei Centri didentificazione ed espulsione (Cie)» e «riformare le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, introducendo criteri che garantiscano competenza, stabilità ed efficienza».
20 maggio 2015