Profughi, Sant’Egidio annuncia: altri 150 siriani dal Libano con visti umanitari

Nel giorno dei primi rimpatri dalla Grecia, la Comunità e la Federazione Chiese evangeliche rilanciano il progetto dei “corridoi umanitari”

Nel giorno dei primi rimpatri dalla Grecia, la Comunità e la Federazione Chiese evangeliche rilanciano il progetto dei “corridoi umanitari”, totalmente autofinanziato

Entro il mese di aprile altri 150 siriani arriveranno in Italia dal Libano, direttamente all’aeroporto di Fiumicino, con un volo di linea. Senza rischiare la vita nei barconi in viaggio sul Mediterraneo, con il rilascio di visti regolari da parte dello Stato italiano. Lo hanno annunciato ieri pomeriggio, lunedì 4 aprile, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo e il presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia Luca Maria Negro, presentando ai giornalisti la nuova fase del progetto dei corridoi umanitari, che ha già portato in Italia nel mese di febbraio 97 profughi.

«Oggi – ha detto Impagliazzo commentando i primi rimpatri dei profughi dalla Grecia in base all’accordo Ue-Turchia – è un giorno triste per l’Europa che in questo modo deroga alla sua responsabilità di fronte ai principi di accoglienza e di protezione umanitaria per persone che fuggono dai conflitti e dalla violenza». Il progetto dei corridoi umanitari si pone sulla strada opposta. «Invece dei muri, delle sofferenze ingiustamente inflitte a migliaia di persone che hanno diritto a essere ospitate perché in pericolo – ha continuato il presidente di Sant’Egidio – si offre la possibilità di giungere in Italia in modo sicuro per sé e per tutti. È una risposta all’insegna dell’umanità e dell’efficacia perché inaugura una felice collaborazione tra istituzioni e società civile, che facilita l’integrazione e produce anche risparmi per la collettività».

Al momento infatti i corridoi umanitari sono totalmente autofinanziati. Per ogni rifugiato Comunità di Sant’Egidio e Chiese evangeliche – che contribuiscono anche con gli introiti dell’8 per mille alla Chiesa valdese – spendono in media 20 euro al giorno, a fronte degli oltre 30 euro versati dallo Stato. Il progetto per ora, informano i promotori, è attivo solo in Italia, ma esistono già contatti con altri Stati europei, tra cui Spagna, Germania, Francia e San Marino, sulla possibilità di replicare l’iniziativa. La “chiave” per aprire una via legale di accesso all’Europa per quanti cercano protezione umanitaria, ha ribadito Impagliazzo, è stato l’articolo 25 del Regolamento dei visti dell’Unione europea. Sulla base di questo è stato possibili avviare i corridoi umanitari, i primi in Europa, grazie a un accordo firmato con lo Stato italiano. Ora, ha continuato Impagliazzo, è necessario che «l’Europa ascolti la società civile: stiamo salvando persone in condizioni di vulnerabilità, soprattutto donne con bambini, anziani e disabili».

5 aprile 2016