Profughi: i “sì” delle parrocchie all’accoglienza

Oltre 80 adesioni per l’ospitalità, anche da istituti religiosi. Coinvolgimento globale nella formazione dopo l’appello di Papa Francesco

Oltre 80 adesioni per l’ospitalità, anche da istituti religiosi. Coinvolgimento globale nella formazione dopo l’appello di Papa Francesco

Sono più di ottanta le parrocchie e gli istituti religiosi di Roma che hanno dato la disponibilità per accogliere almeno un rifugiato dopo l’appello di Papa Francesco ad aprire le porte. Un numero importante a cui si aggiungeranno nei prossimi mesi altre iniziative di solidarietà – gemellaggi tra parrocchie, adozione di famiglie da parte di altre famiglie, iniziative di sostegno economico, locali da utilizzare per la formazione – che coinvolgeranno tutte le comunità della Diocesi e che la Caritas diocesana promuoverà a partire dal 2016.

Alla prima scadenza del 30 settembre, non definitiva, 62 parrocchie, 13 istituti religiosi, 2 seminari, 2 case famiglia e 2 istituti pontifici hanno aderito alla proposta della Caritas per la “prima accoglienza” – rivolta a richiedenti protezione internazionale ancora non riconosciuti che saranno inviati dalla Prefettura di Roma – o per la “seconda accoglienza”, per rifugiati già riconosciuti e che hanno terminato il periodo di assistenza nel circuito dell’accoglienza dello Sprar a cui aderisce la stessa Caritas.

Mentre sono in corso i sopralluoghi tecnici, che termineranno a metà ottobre, finora 17 sono le parrocchie risultate idonee ad accogliere subito (12 prima accoglienza, 5 seconda); 8 parrocchie dovranno effettuare importanti lavori di ristrutturazione e adeguamento e saranno pronte tra due mesi, 14 sono risultate non idonee a ospitare in quanto incompatibili con le normative in vigore riguardanti i rifugiati. Le parrocchie, infatti, pur disponendo di saloni per le attività pastorali e aggregative, non sono strutture pensate per l’ospitalità di periodi medio-lunghi (8-12 mesi).

«La disponibilità che viene richiesta – spiega Lorenzo Chialastri, responsabile dell’Area Immigrazione della Caritas romana – è difforme dalle normali attività che si svolgono nelle comunità parrocchiali. Oltre alla durata di circa un anno di tale accoglienza, vanno considerati altri impegni quali il vitto, la mediazione culturale e aspetti che, seppur con l’aiuto dei tutor messi a disposizione dalla diocesi, rendono difficile tale scelta per molte comunità». Per questo, tra le parrocchie 12 hanno chiesto di poter aderire impegnandosi ad affittare per un periodo non inferiore ad un anno un appartamento per accogliere una famiglia.

A questo numero vanno aggiunte 16 parrocchie che già collaborano stabilmente con la Caritas diocesana nell’accoglienza dei senza dimora e alle quali è stato chiesto di lasciare gli spazi disponibili per il prossimo Piano Freddo (novembre 2015 – marzo 2016) e che, al termine di questi, potranno dedicarsi ad ospitare famiglie. Altre 8 parrocchie, inoltre, mettono a disposizioni spazi per promuovere le scuole di italiano e mense diurne. Altro grande impegno della Chiesa di Roma riguarda la formazione sui temi della migrazione che, a partire dal mese di novembre e per tutto l’anno giubilare, verrà realizzata per i gruppi parrocchiali, le associazioni e i movimenti ecclesiali.

“Ero forestiero e mi avete ospitato. La Chiesa in cammino con i profughi e gli stranieri” è il percorso che la Caritas di Roma, insieme agli Uffici Catechistico e Pastorale delle Migrazioni del Vicariato di Roma (su cui torneremo nelle prossime settimane), promuove nelle parrocchie con sei tematiche, in moduli di uno o più incontri. «Il fenomeno delle migrazioni è vasto e con molte sfaccettature – sottolineano i promotori -. Semplificare spiegazioni e possibili soluzioni rischia di banalizzare la complessità, rafforzare i germi dell’ignoranza, trasformare una tragedia epocale in un sondaggio di opinioni in cui una soluzione vale un’altra; rischia di far crescere l’ebola del razzismo, già così, purtroppo, presente nelle parole e nei fatti di tanti».

Per questo la formazione sarà tenuta da esperti affiancati ad animatori pastorali. Gli incontri previsti – che potranno essere riadattati in base alle esigenze delle comunità – sono: “L’accoglienza come identità della Chiesa”; “Dall’altra parte del mare: perché si migra nel mondo”; “Essere straniero oggi in Italia”; “Testimonianza di vita e di fede”; “L’islam in mezzo a noi”; “Andata e ritorno: leggi vecchi e nuove sull’immigrazione in Italia”.

 

4 ottobre 2015