Previsioni economiche Ue, Gentiloni: «L’incertezza resta elevata»

Limate le previsioni di crescita del Pil dell’Italia. Aumentate le incertezze legate alle tensioni geopolitiche. Il commissario Gentiloni: ripresa rimandata al 2025

Illustrate oggi, 15 febbraio, a Bruxelles le Previsioni economiche d’inverno della Commissione europea, che fotografano, per l’economia dell’Unione europea, «una situazione più debole del previsto». Rivista la crescita, sia nell’Ue che nell’area euro, allo 0,5% nel 2023, dallo 0,6% previsto nelle Previsioni d’autunno, e allo 0,9% (dall’1,3%) nell’Ue e allo 0,8% (da 1,2%) nella zona euro nel 2024. «Nel 2025, si prevede che l’attività economica crescerà dell’1,7% nell’Ue e dell’1,5% nella zona euro». La ripresa, insomma, è ritardata, o rimandata, secondo le stime della Commissione. Dovrebbe rallentare più rapidamente del previsto invece la corsa dell’inflazione: si prevede che scenderà dal 6,3% nel 2023 al 3,0% nel 2024 e al 2,5% nel 2025. Nell’area dell’euro, dovrebbe decelerare dal 5,4% nel 2023 al 2,7% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Nelle parole del commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, «l’economia europea si è lasciata alle spalle un anno estremamente impegnativo, in cui una confluenza di fattori ha messo a dura prova la nostra resilienza. La ripresa prevista nel 2024 – ha aggiunto – sarà più modesta di quanto previsto tre mesi fa, poi riprenderà gradualmente ritmo». Un dato positivo arriva da un «forte» mercato del lavoro: «Si prevede che gli investimenti reggeranno». Nel 2025 poi «la crescita è destinata a stabilizzarsi e l’inflazione a scendere fino a livelli prossimi al livello del 2%», che è l’obiettivo indicato dalla Banca centrale europea.

Le previsioni di inverno della Commissione europea per il momento sono «circondate dall’incertezza» per il protrarsi delle tensioni geopolitiche e il rischio di un ulteriore ampliamento del conflitto in Medio Oriente. Nell’analisi di Gentiloni, «un clima sempre più instabile e una serie di elezioni cruciali in tutto il mondo quest’anno sono tutti fattori che aumentano l’incertezza» per l’economia dell’Unione.

Per quanto riguarda l’Italia, si segnala la crescita del Prodotto interno lordo allo 0,7% per il 2024, per poi risalire all’1,2% il prossimo anno (nel 2023 il dato del Pil si era assestato allo 0,6). L’inflazione sembrerebbe invece rimanere sotto controllo: 2,0% nel 2024, 2,3% nel 2025. «Si può dire che le previsioni per l’Italia sono largamente nella media europea – ha assicurato Gentiloni, rispondendo alle domande dei giornalisti -. E questo succede da dopo la pandemia. Questo è un elemento che può dare fiducia all’economia italiana».

Nel 2023, «la crescita è stata frenata dall’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, dalla forte stretta monetaria, dal ritiro parziale del sostegno fiscale e dal calo della domanda esterna. Dopo aver evitato per un pelo una recessione tecnica nella seconda metà dello scorso anno, le prospettive per l’economia dell’Ue nel primo trimestre del 2024 rimangono deboli». Le Previsioni economiche della Commissione articolano vari elementi, «tuttavia, si prevede che l’attività economica accelererà gradualmente quest’anno. Poiché l’inflazione continua a diminuire, la crescita dei salari reali e la resilienza del mercato del lavoro dovrebbero sostenere una ripresa dei consumi”».

La ripresa però dovrebbe realmente manifestarsi, anche nei numeri, il prossimo anno. «Nonostante il calo dei margini di profitto, gli investimenti dovrebbero beneficiare di un graduale allentamento delle condizioni creditizie e della continua attuazione del Recovery and Resilience Facility. Inoltre, si prevede che il commercio con i partner esteri si normalizzerà, dopo la debole performance dello scorso anno».

Nell’analisi del vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis, «dopo un 2023 difficile, l’economia europea è emersa un po’ più debole del previsto, anche se la ripresa dovrebbe accelerare gradualmente quest’anno e nel 2025. L’inflazione continua il suo calo generalizzato; la crescita dei salari reali, abbinata ad un mercato del lavoro resiliente, dovrebbe aiutare la domanda dei consumatori domanda». I fondi Ue «continueranno a svolgere un ruolo vitale in termini di investimenti». Detto questo, «il panorama globale rimane altamente incerto. Stiamo seguendo da vicino le tensioni geopolitiche, che potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita e sull’inflazione».

15 febbraio 2024