Presenza a turno e recupero ore: le lezioni al Liceo Amaldi

Oltre 1.900 gli studenti, suddivisi nelle due sedi di via Parasacchi e via Pietrasecca. La preside Autiero: «Lontani dalla normalità ma esserci significa tanto»

Ingressi scaglionati e didattica in presenza integrata con quella a distanza. Come in tutta Italia, le attività scolastiche sono ripartite ormai quasi due settimane anche al Liceo scientifico “Edoardo Amaldi” di Roma, nel quartiere di Tor Bella Monaca, periferia sud-orientale della Capitale. Con oltre 1.900 studenti, suddivisi in 83 aule nelle due sedi di via Parasacchi e via Pietrasecca, l’Istituto rappresenta il polo principale per gran parte del VI municipio, interessando famiglie e ragazzi anche dei quartieri limitrofi di Torre Gaia, Finocchio e Borghesiana. Riprendere le lezioni «è stato fondamentale, perché la scuola da sempre è un baluardo culturale in una zona periferica come la nostra», spiega la preside Maria Rosaria Autiero . «Siamo sicuramente ancora lontani dalla normalità – aggiunge – ma esserci significa tanto». Un’importanza, quella del rientro, ribadita anche dalla vicepreside Adelaide Granese: «Tornare in presenza è l’unico modo per far ripartire le relazioni interpersonali e quelle didattiche».

Le lezioni del liceo Amaldi sono state organizzate in modo da non avere tutti gli studenti presenti contemporaneamente ma ogni giorno una parte di classe, a rotazione, svolge attività didattica sincrona, quindi con un collegamento in diretta a casa. «In queste prime due settimane – racconta la preside Autiero – navighiamo a vista cercando di risolvere tutti i problemi, anche telematici, che si presentano e solo il lavoro quotidiano e l’esperienza concreta ci fanno capire come vanno e andranno le cose». Per quanto riguarda il rapporto con le famiglie e i genitori, «abbiamo organizzato – spiega Autiero – una serie di comunicazioni prima dell’inizio effettivo delle lezioni, per far comprendere che non si sarebbe ritornati tout-court alla normalità». Allo stesso tempo, la scuola ha diramato le direttive anti-contagio e per il recupero delle lezioni, «visto che nei primi giorni ovviamente non siamo andati a pieno regime». In tal senso sono nati dei modi alternativi e creativi per ovviare a una didattica sicuramente diversa rispetto al passato. «Abbiamo uno sportello dedicato proprio ai recuperi – precisa la preside – che è già stato avviato, utilizzando anche le ore di potenziamento che hanno i docenti». Alcune famiglie, racconta, «hanno avuto poca pazienza e avrebbero voluto una scuola aperta senza troppi problemi, ma devo dire che la maggior parte dei genitori ha capito la situazione e si è adattata al rodaggio iniziale». La collaborazione delle famiglie, infatti, «non manca – spiega la vicepreside – e si tengono aggiornati gli uni gli altri sulle rispettive situazioni familiari, per essere informati costantemente in caso di contagi. Questo aiuta molto il nostro lavoro e fa in modo di non portare il virus a scuola».

Poi c’è il ruolo fondamentale degli studenti, «che si sono dimostrati tra i più pazienti e collaborativi. Hanno capito subito le difficoltà legate a una scuola grande come la nostra – riferisce la dirigente – e sono stati anche molto costruttivi nell’evidenziare le criticità e le migliorie da apportare». Responsabili e attenti, insomma, ma anche «felici di tornare finalmente in aula e rivedersi – sottolinea Granese -. Dall’atteggiamento dei nostri giovani – racconta con un pizzico d’orgoglio – si capisce che hanno voglia di stare a scuola e guardare speranzosi al futuro».

6 ottobre 2020