Prendersi cura della coppia
Il passaggio dall’innamoramento all’amore maturo, la nascita dei figli, la crescita professionale e lo sguardo ai genitori anziani: le sfide e l’importanza di chiedere aiuto
«Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione». Dal Cantico dei cantici passando per Platone fino ad arrivare a Giulietta e Romeo, l’essere umano ha sempre messo in risalto l’amore romantico, dandogli un posto speciale. Ognuno di noi ha sognato l’attesa dell’altro/a per conferire gusto alla vita. Se già Platone nel V secolo a.C. aveva compreso l’importanza del sentimento più potente di tutti e il bisogno di legami affettivi che ci accompagna per tutta la vita allora comprendiamo quanto sia necessario parlarne.
Parlare di relazioni di coppia significa tenere conto di diversi elementi complessi: uomini e donne, la relazione umana e il suo mantenimento, l’individualismo e l’aggregazione; insomma significa comprendere che esiste un Io, un Tu e un Noi. Ognuno di noi non solo nasce con la capacità di amare ma ha bisogno di amare ed essere amato. La prima forma di amore la sperimentiamo sin da neonati grazie alla potenza dell’amore incondizionato genitoriale (attaccamento) e la manifestiamo proprio verso i nostri genitori. Le prime esperienze affettive influenzeranno largamente il funzionamento di quelle future, ovvero impariamo a relazionarci osservando il rapporto di coppia tra mamma e papà: tanto più i nostri genitori saranno stati in grado di appartenere, sostenersi, confortarsi nei momenti di stress ma anche di discutere e far pace, tanto più noi saremo capaci di estendere tali capacità ai familiari, alle persone che ci sono vicine e a un partner.
Una volta entrati nell’adolescenza iniziano i primi amori e successivamente, nell’età adulta, cercheremo una persona con cui creare una coppia e formare una famiglia. L’amore romanticamente inteso è una forza straordinaria che cambia le persone. L’innamoramento dura un paio d’anni e può essere inteso come uno stato di “malattia” in quanto fa sentire fragili e bisognosi dell’altro e riporta a delle immagini di un Sé incompleto che ha bisogno del partner per completarsi, sia a livello erotico sia attraverso il contatto tenero e amorevole. L’amore romantico è pieno di fenomeni psicologici particolari: negazioni, fusionalità, idealizzazione dell’altro ecc. ma anche di fenomeni biologici perché le endorfine, sostanze chimiche prodotte nel cervello, ci faranno sperimentare euforia e benessere. Il tutto accompagnato dalla sessualità che svolge anch’essa una parte importare per il raggiungimento di un alto grado di intimità.
Con il passare del tempo, il sentimento amoroso tra i due si consolida: è forte ma non invadente, è un’emozione che provoca felicità ma non in modo ossessivo come nel primo periodo. È il segnale che la coppia si trova a un bivio. Se i due partner riusciranno a superare la fine dell’idealizzazione e dell’esaltazione dell’altro e vedersi per quello che sono, con pregi e difetti, allora saranno pronti per l’amore maturo. In caso contrario sarà la fine della relazione. In questa fase, diventa importante riuscire a «non cambiare partner, ma a cambiare il tipo di contratto con lo stesso partner» (S. Walsh) perché anche se prevale la dimensione solidaristica a favore della cura dei figli e le manifestazioni affettive tra partner possono sembrare meno frequenti, il livello di interdipendenza reciproca è alto.
La nuova convivenza, la nascita e l’accudimento verso i figli, la crescita professionale e lo sguardo ai propri genitori anziani sono alcune tra le sfide più difficili che una coppia si trova ad affrontare e per questo potrebbe entrare in crisi. Non è raro imbattersi in affermazioni come “non mi ama più come quando ci siamo conosciuti/sposati” oppure “prima mi dava attenzioni mentre adesso mi trascura” e questi potrebbero essere segnali che i partner stanno avendo un momento critico. Tuttavia per molte persone potrebbe essere un momento inevitabile se non addirittura indispensabile. Spesso incontriamo coppie al cui interno almeno uno dei due partner ha manifestato una forma di malessere che può tradursi in comportamenti di distacco o eccessiva stanchezza ma anche l’eccessivo bisogno di qualcosa di nuovo per combattere una quotidianità vissuta come noiosa. Il tutto porta a un allontanamento emotivo tra i due con conseguenti discussioni e risentimenti, insomma dai sorrisi si passa ai silenzi. Lo spazio e il tempo si riduce sempre di più a favore di impegni apparentemente più importanti e la comunicazione diventa telegrafica.
Molte coppie vivono quanto appena descritto ma ad oggi sono poche quelle che chiedono aiuto. Più spesso un numero alto arriva alla separazione o continua la relazione pagando il prezzo del dolore. Chiedere aiuto viene vissuto come una sconfitta, come l’ultima possibilità prima della fine ma non è sempre così. L’esperienza ci dice che chi chiede aiuto si mette nella condizione di sviluppare risorse per migliorare la qualità della propria vita interpersonale e di coppia, in ogni caso uscire dal dolore e dall’impotenza. Avere cura della coppia significa anche avere cura di quello “spazio e tempo Noi”, evitando di tendere a ricreare un passato che non c’è più. “Non sei più quello/a di una volta” e meno male! Le persone hanno bisogno di crescere l’una accanto all’altra ed è fondamentale per la coppia continuare a condividere emozioni, bisogni e desideri. (Claudia Bartalucci )
29 marzo 2022