Premiati i presepi di Monte Sacro

La cerimonia nella chiesa di Santa Gemma Galgani. Quattro le categorie: parrocchie, case, scuole, negozi. Menzione speciale per gli alunni della scuola Montessori

È una tradizione consolidata quella del concorso di presepi nel quartiere Monte Sacro, nel III municipio; da 16 anni un gruppo di volontari, guidati dall’ideatore e promotore dell’iniziativa Antonio Pasquale, visitano e valutano in vista della premiazione le rappresentazioni sacre realizzate dalle parrocchie e dalle famiglie del territorio, ma anche quelle preparate ed esposte nei negozi e nelle scuole. «Siamo in 24 – spiega Roberto, uno dei membri della giuria – e nelle settimane dopo il Natale, dato che l’immagine di Gesù Bambino viene collocata nel presepe la notte della Vigilia, visitiamo le opere amatoriali, dando loro un voto e stilando una classifica». Quattro le categorie di premiati – parrocchie, case, scuole, negozi -, più quella speciale dei condomìni che comprende sia i portierati, «con portieri di palazzi che realizzano appunto il presepe nelle loro guardiole», sia il “segno per i viandanti”, ossia «le luci e i simboli che singoli condòmini pongono all’esterno delle loro abitazioni, sulla strada, richiamando a chiunque passi di là il senso profondo del Natale e un messaggio di speranza», aggiunge Giorgio, un altro dei giudici.

Ieri pomeriggio, 12 gennaio, si è svolta la cerimonia di premiazione nella chiesa di Santa Gemma Galgani, a piazza Monte Gennaro, una delle 26 parrocchie del III municipio che prendono parte alla gara e che a turno ospitano di anno in anno la giornata conclusiva del concorso, con la consegna dei premi. Dopo un momento musicale curato dalla banda del quartiere intitolata a “Vincenzo Bellini” e diretta da Giovanni Melchiorri, l’accoglienza del parroco di Santa Gemma Galgani, don Enzo Ferraro, che ha evidenziato come «il presepe è sì legato ad una tradizione folcloristica ma nasce come espressione di un movimento della coscienza, di un desiderio profondo che abbiamo nel cuore e che il Signore ha reso carne, ha reso visibile, stupendoci». Anche Miria Concetta Romano, assessore alle Politiche sociali del III municipio, ha portato il suo saluto sottolineando «l’importanza di far vivere il presepe ogni giorno, guardando ai presepi viventi del nostro territorio, portando aiuto alle persone più fragili».

Quindi è stata la volta delle premiazioni, intervallate dai canti del coro dei bambini “Io cresco cantando” dell’Istituto comprensivo Jean Piaget. A tutti i partecipanti, oltre 250, è stato consegnato un diploma, poi per ogni categoria sono stati assegnati i singoli premi, ossia delle medaglie commemorative del Natale o delle piccole sculture realizzate da un artista di Monte Sacro e raffiguranti il volto di San Giuseppe e il ponte Nomentano, simbolo del quartiere. Tra i criteri che hanno portato alla scelta dei vincitori, l’originalità dell’ambientazione, la creatività nella selezione dei materiali e delle scenografie, la spiritualità e la centralità della Natività. La gara stessa, hanno spiegato gli organizzatori del concorso, «porta i partecipanti a mettersi davvero in gioco in maniera innovativa, quest’anno motivati ancora di più dal documento “Admirabile signum” di Papa Francesco, che ha richiamato l’importanza e il senso del presepe».

Menzione speciale per il presepe realizzato dagli alunni della scuola Maria Montessori, che «hanno dato spazio al cielo per invitare a guardare in alto, sollevando lo sguardo – ha spiegato Ines Fiorani, l’insegnante che ha ritirato il premio -; al posto delle stelle spiccavano delle lettere brillanti che componevano delle frasi significative e c’erano anche le sagome delle piccole mani dei bambini di prima elementare, a dire la nostra speranza nel futuro».

Ancora, in conclusione, spazio all’esibizione di alcuni giovani della parrocchia di Sant’Antonio da Padova di Settebagni, premiata per il presepe vivente realizzato nel sagrato della chiesa lo scorso 21 dicembre e che «ha visto la partecipazione dei membri di tutti i gruppi parrocchiali», ha detto il parroco don Ruben Gallegos. A partire dalla riflessione di una giovane coppia di fidanzati che guarda alla Sacra Famiglia come modello per la propria unione, con alcuni canti un gruppo di giovani ha messo in luce l’atteggiamento di fiducia di Maria e di Giuseppe, riconoscendolo come necessario fondamento per un matrimonio, e una vita, felici.

13 gennaio 2020