Povertà e indebitamento e la trappola dell’usura

Nel 2022 quasi 5 milioni di famiglie sotto la soglia di povertà. Il pericolo del debito insolvente analizzato nel libro di Fiasco e Di Trani presentato al Divino Amore. Il vescovo Gervasi: «Senza la Fondazione Salus Populi Romani tanti non si sarebbero rialzati»

Aumenta la povertà assoluta in Italia, spinta dall’impennata dell’inflazione. Nel 2022 più di 2,18 milioni di famiglie (8,3%) e oltre 5,6 milioni di persone (9,7%) si trovavano in condizioni di indigenza. A queste si aggiungono le famiglie in povertà relativa, circa 2,8 milioni (10,9%), per un totale di quasi 5 milioni di famiglie (4 milioni e 988 mila) sotto la soglia di povertà. Il deprezzamento del valore degli immobili, la riduzione del reddito e l’aumento del debito fanno si che una famiglia “tipo” corra il rischio di sovraindebitamento e usura, forme moderne di schiavitù economica, ed esclusione sociale.

La condizione di chi si trova in una situazione di debito insolvente, aggravata dall’attuale crisi economica e sociale, esacerbata da eventi come la pandemia, guerre e altre instabilità globali è stata approfondita nel libro “Liberi dal debito. Cause e rimedi di un fenomeno sommerso” di Maurizio Fiasco, sociologo e presidente di Alea, Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, e Michela Di Trani, della Consulta nazionale antiusura. Presentato ieri sera, martedì 9 luglio, nella Sala Terenzi del Santuario della Madonna del Divino Amore, il testo, edito da Città Nuova, descrive il sovraindebitamento come una condizione di divario cronico tra le passività del debitore e le sue capacità di rimborso.

(foto: diocesi di Roma/Gennari)

 
Nel volume anche alcune proposte: creare percorsi di esdebitamento per aiutare le persone a saldare i debiti; rafforzare la collaborazione tra associazioni antiusura, istituzioni e scuole; formare giornalisti e cittadini per comunicare in modo costruttivo, offrendo soluzioni concrete e modelli di comportamento positivi per contrastare il fenomeno. Il libro affronta anche i fenomeni correlati al sovraindebitamento come l’usura e il gioco d’azzardo. «C’è un business dietro chi si trova in condizioni disperate, ed è un business remunerativo – ha dichiarato Fiasco -. Il migliore cliente delle banche non è chi paga le obbligazioni alla scadenza ma chi è in difficoltà perché c’è comunque sempre un margine di espropriazione da fare». Per Di Trani «le vittime dell’usura vivono ai margini della società, la quale perdona tanti peccati ma tende a condannare chi si trova intrappolato nel vortice del sovraindebitamento e dell’usura, come se la responsabilità fosse unicamente sua».

Nel capitolo dedicato all’azzardo si legge che nel 2022 gli italiani hanno speso 135 miliardi di euro in scommesse e giochi, una cifra destinata a superare i 150 miliardi nel 2023. Si stima che in Italia ci siano circa 1 milione e 200mila persone tra dipendenti da gioco d’azzardo e giocatori con grave perdita di controllo. Un fenomeno «nascosto terribile, sconcertante – ha affermato il cardinale Enrico Feroci, rettore del Santuario -. La società, e chi è preposto a governarla, non riesce probabilmente a comprendere quello che il fenomeno comporta. Roma è diventata la capitale dell’azzardo e dovremmo tutti alzare la voce».

Il vescovo Dario Gervasi, ausiliare per il settore Sud della diocesi, ha ascoltato negli anni le storie di tante famiglie «cadute nella trappola dell’usura. Persone talmente indebitate da non avere la lucidità di distinguere le priorità. Se non ci fosse stata la Fondazione Salus Populi Romani tanti non sarebbero riusciti a rialzarsi». Durante la presentazione, moderata da Carlo Cefaloni, giornalista di Città Nuova, il direttore della Caritas diocesana e presidente della Fondazione Salus Populi Romani Giustino Trincia ha annunciato che «a partire da settembre sarà diffuso nelle parrocchie “Bilancio familiare”, uno strumento che consentirà alle persone di acquisire maggiore consapevolezza delle proprie risorse disponibili in rapporto alle spese. Comprende anche un diario giornaliero per tenere sotto controllo le spese». Piero Di Domenicantonio, coordinatore dell’Osservatore di strada, mensile dell’Osservatore Romano, ha puntato l’attenzione sul ruolo della stampa nel sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’usura. «È poco dire che c’è disinteresse – ha affermato -. Più onestamente, bisogna riconoscere che siamo in presenza di un peccato di omissione. Non basta un trafiletto nelle pagine della cronaca quando viene arrestata una banda di usurai. Informare vuol dire fornire strumenti di conoscenza».

10 luglio 2024