Ponte Mammolo, 40 persone trasferite in strutture abitative

L’assessore Danese: «Iniziato lo smantellamento, no alle polemiche strumentali». Medu: «Soluzione andava trovata prima dello sgombero»

L’assessore Danese: «Abbiamo iniziato smantellamento, no alle polemiche strumentali». Medu: «Soluzione andava trovata prima dello sgombero»

Sono iniziati nella serata di domenica 24 maggio i trasferimenti delle persone accampate da due settimane di fronte la stazione di Ponte Mammolo, dopo lo sgombero, l’11 maggio scorso, del borghetto di via delle Messi d’Oro. Per ora è stata trovata una sistemazione a 40 migranti e rifugiati, trasferiti in strutture residenziali a disposizione del Comune di Roma, in varie zone della città. Si cerca una soluzione per le restanti venti persone, le ultime che sono rimaste a dormire nelle tende sistemate di fronte alle macerie del campo raso al suolo dalle ruspe.

«Abbiamo iniziato lo smantellamento della tendopoli di Ponte Mammolo – sottolinea Francesca Danese, assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Roma -. Una quarantina di migranti e rifugiati, che non avevano voluto tornare in un centro di accoglienza, hanno da ieri un vero tetto sotto cui dormire. Restano le ultime venti persone per le quali già nelle prossime ore dovrebbe essere pronta la soluzione. Per evitare che si scateni il consueto coro di dichiarazioni, spesso strumentali, contro l’amministrazione ma soprattutto contro l’idea stessa di una città capace di accoglienza, proviamo anche stavolta a tutelare la dignità e il diritto alla riservatezza di queste persone non rivelando la loro destinazione», continua l’assessore.

Ad alzare il tono della polemica è stato il presidente del II municipio Giuseppe Gerace, che ha rivelato l’intenzione di trasferire nel quartiere San Lorenzo i profughi sgomberati da Ponte Mammolo. Il minisindaco del Pd ha inoltre annunciato una lettera all’assessore Danese per chiederle una riunione tecnica, e spiegare le difficoltà del quartiere già gravato – secondo Gerace – dalla movida e dunque non in grado di accogliere i rifugiati. L’assessore, però ribatte che i numeri di cui parla Gerace (150-200 persone) sono «assolutamente fantasiosi». A San Lorenzo, spiega, «cercavamo una soluzione per 22 persone. Per tutti vogliamo avviare avviare la prima esperienza importante di integrazione, costruita insieme ai rifugiati e a tutti i soggetti istituzionali e associativi che sono presenti sul territorio». Inoltre, aggiunge ancora Danese, «il paragone tra rifugiati e movida mi offende profondamente. Non si possono confondere le problematiche che derivano da attività ludiche, commerciali e di mobiità della modvida con la sofferenza di persone scappate da una guerra e costrette a vivere all’addiaccio».

Salutano, invece, positivamente la soluzione del Comune le associazioni che in questi giorni hanno fornito assistenza alle persone che dormivano in strada. «Domenica è venuta personalmente l’assessore Danese – spiega Fabiola Zanetti di Prime Italia -. Le prime persone sono state trasferite, e per noi è un bene. Aspettiamo che si trovi una sistemazione anche per le ultime venti, che ancora domenica hanno dormito qui». Secondo Medu, «è positivo che siano state individuate soluzioni abitative per gli stanziali, soprattutto se sono state concordate con loro – spiega il presidente Alberto Barbieri -. Ma andava fatto prima dello sgombero. Farlo due settimane dopo è un metodo che non funziona: non si può sgombrare e poi trovare una soluzione.È un modo di ragionare al contrario che crea problemi. Inoltre, rimane la questione aperta dei migranti in arrivo su cui non vediamo nessuna risposta strategica del comune. Ribadiamo l’estrema necessità di pensare in tempi rapidi a un piano accoglienza».

26 maggio 2015