Poliziotti in cattedra, obiettivo: “Scuole sicure”

Bullismo e cyberbullismo, ma anche droga, sexting, violenza e ludopatia al centro degli incontri realizzati in 168 istituti. Raggiunti 48mila studenti

Bullismo e cyberbullismo, ma anche droga, sexting, violenza e ludopatia al centro degli incontri realizzati in 168 istituti. Raggiunti 48mila studenti

Poliziotti in cattedra con “Scuole sicure” per educare alla legalità gli studenti di Roma e provincia. Giunto alla sua V edizione e coordinato dall’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura di Roma, il progetto, in quest’anno scolastico, ha visto gli agenti impegnati in 666 incontri con 48mila studenti di 2.026 classi, distribuite in 168 istituti. Tra le tematiche affrontate: droga, bullismo, sexting, violenza, ludopatia. Ampio spazio è stato riservato agli incontri sull’educazione alla legalità, rivolti a 6mila insegnanti e 1.600 genitori ai quali è stata data una preparazione generale in tema di bullismo e cyberbullismo dal punto di vista legislativo e socio-psicologico. Alla base dell’iniziativa, legata al controllo del territorio, c’è il rapporto di stima e fiducia consolidato negli anni tra professori e agenti di polizia i quali, invitati per parlare di legalità e prevenzione, rimangono in contatto costante con le scuole. Questo ha permesso, anche quest’anno, di acquisire denunce per vari reati: spaccio, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale (consumata, in alcuni casi, tra le pareti domestiche), che hanno portato a 27 arresti, 11 denunce e al sequestro di circa 5 chili di droga.

Anche tra poliziotti e studenti nascono legami di amicizia che perdurano nel tempo: una studentessa universitaria, ad esempio, per aiutare un’amica vittima di violenza sessuale, ha contattato uno degli agenti conosciuto anni prima a scuola. «Mai ci saremmo aspettati, vista l’età degli interessati, che dopo la droga e le lesioni, il reato più denunciato riguardasse le violenze sessuali e i maltrattamenti in famiglia» ha spiegato l’assistente capo Ciro Nutello, coordinatore operativo del progetto. Il problema riscontrato dagli agenti è la mancata conoscenza delle regole da parte degli studenti. «I programmi scolastici non vengono aggiornati da anni – ha proseguito Nutello -, dal 1984 non si insegna più educazione civica e per noi è difficile spiegare quali sono le regole della legalità. Non conoscono l’articolo 3 della Costituzione che parla dell’uguaglianza ed è quindi strettamente legato al bullismo e ignorano, in terza media, di avere l’età in cui sono perseguibili e punibili in caso di reato».

I poliziotti hanno inoltre constatato che sempre più presente nelle scuole medie è il sexting, lo scambio di immagini sessualmente esplicite tramite chat o messaggi, così come è necessaria massima vigilanza e informazione sulla ludopatia, fenomeno in forte crescita tra gli adolescenti. “Scuole sicure” è affiancato dal progetto “In–dipendenze” rivolto alle scuole superiori. «Ogni 15 giorni gruppi di studenti effettuano con noi dei giri sul territorio in base a ciò che loro vogliono conoscere sulle dipendenze – ha spiegato l’assistente capo -. Ultimamente stanno chiedendo interventi di formazione sulle ludopatie e ne faremo uno domenica 14 maggio nella parrocchia Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, organizzato dalla Caritas. Il problema delle ludopatie è che a fronte di tanta prevenzione la Regione Lazio non si è ancora adeguata alle distanze delle sale slot dalle scuole».

Da quest’anno, inoltre, è nata una collaborazione con i municipi, all’interno dei quali sono stati istituiti tavoli tecnici mirati, e con le biblioteche di Roma, dove per i cittadini si tengono corsi di formazione specifica sui reati che possono essere commessi con l’utilizzo del digitale. Ma non basta. «Siamo sempre aperti alla collaborazione con altri enti preposti alla prevenzione del disagio adolescenziale, come le Asl» ha concluso Nutello.

26 aprile 2017