Policlinico Gemelli, l’obiettivo di essere «ospedale al servizio di tutti»

Presentato il Bilancio di missione 2017, che illustra presente e futuro dell’organismo riconosciuto nel febbraio scorso come Irccs. In un giorno 259 ricoveri, 132 interventi chirurgici, 10mila prestazioni ambulatoriali

259 pazienti si ricoverano, 229 persone accedono al Pronto Soccorso, di cui 9 in codice rossi (in aumento rispetto al precedente bilancio), cioè in imminente pericolo di vita; si effettuano 132 interventi chirurgici, nascono 11 bambini, si eseguono 10.004 prestazioni ambulatoriali per pazienti non ricoverati, si attivano 4.140 procedure di accettazione, si erogano 3676 pasti a pazienti e personale, vengono effettuate 3mila visite al sito web, sono rilasciati 425 referti online e vengono a mancare 5 pazienti. È una giornata tipo al Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, così come l’ha presentata questa mattina, 22 maggio, il direttore generale della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Marco Elefanti, illustrando il Bilancio di missione 2017. Un documento in 79 pagine che illustra presente e futuro dell’organismo riconosciuto dal ministero della Salute lo scorso 28 febbraio come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) per le discipline “Medicina personalizzata” e “Biotecnologie innovative”. L’obiettivo di fondo: arrivare ad affermarsi come «polo di assoluta eccellenza nell’attrazione di pazienti e risorse professionali e a impegnarsi a essere un ospedale al servizio di tutti che cura le persone, non solo le loro malattie».

A questo punta il nuovo Piano strategico 2018-2021 della Fondazione, che aspira a qualificarsi come il miglior academic medical center in Italia e uno dei primi 10 in Europa per qualità clinica e capacità di trasferire la ricerca al letto del paziente. Lo ha spiegato Elefanti, sottolineando la «centralità del paziente come persona» come punto di forza dell’attività clinica e assistenziale messa in campo al Gemelli, caratterizzata, tra l’altro, dalla « capacità di rispondere a bisogni di cura complessi attraverso risposte sempre più personalizzate, e quindi efficaci». Il presidente della Fondazione Giovanni Raimondi si è soffermato invece sulla sua “mission”: eccellenza e alta specializzazione nelle cure, costante evoluzione della medicina, formazione dei «professionisti della sanità del futuro» e impegno per «offrire un ambito di relazione, di umanità col paziente e la totalità delle sue fatiche e delle sue fragilità».

A dare i “numeri” del Policlinico Gemelli è intervenuto, ancora, Rocco Bellantone, direttore del governo clinico della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs. 8 dipartimenti clinici e di ricerca, 113 unità assistenziali, di cui 86 unità operative complesse, 27 aree operative semplici, 1.536 posti letto. Nel 2017, 215 trapianti effettuati, 94.509 pazienti dimessi, 83.419 accessi al pronto soccorso. Il nosocomio è il secondo ospedale italiano per grandezza e uno dei principali ospedali oncologici nazionali, centro di eccellenza per cure, innovazione e ricerche mediche, cercate senza sosta grazie alla sinergia con gli istituti della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica. Un lavoro, ha spiegato Bellantone, che impegna complessivamente 5.269 lavoratori, donne per il 60%, di cui 1.009 medici e 2.094 infermieri, realizzato anche con il contributo di oltre 40 associazioni non profit che offrono il loro aiuto ai malati e ai loro familiari per quelle esigenze che vanno oltre l’assistenza strettamente medica e infermieristica. Per quanto riguarda la ricerca, nel 2017 sono stati sviluppati 291 progetti ai quali sono dedicate 33 strutture della Fondazione. Oltre 1.500 le pubblicazioni scientifiche, 142 studi profit e 246 studii non profit, ha proseguito Bellantone, sono stati attivati nel Clinical Trial Center. 10,5 milioni di euro il valore dei progetti di ricerca universitari.

Un ambito, quello della ricerca clinica e scientifica, nel quale nel corso del 2017 la Fondazione si è distinta in riferimento ad aree scientifiche come oncologia, malattie metaboliche, croniche, genetiche e autoimmuni, infettive e nuovi sistemi diagnostici. «Medicina personalizzata nelle sue varie accezioni: predittiva, preventiva e partecipatoria (la cosiddetta P4 Medicine), e innovazione biotecnologica sono le discipline sulle quali stiamo investendo molto», ha detto il direttore scientifico Giovanni Scambia. Negli ultimi 3 anni, ha spiegato, sono stati ottenuti 59 risultati in medicina personalizzata e innovazione biotecnologica nel paziente complesso in area critica e in anestesia, 94 risultati nel paziente con malattie cardiache e polmonari, 383 risultati nel paziente affetto da multi-morbidità e nelle neuroscienze, e ancora 201 in oncologia e ematologia, 220 in ambito gastroenterologico, endocrino-metabolico e nutrizionale. Scambia ha parlato anche di XBiogem, biobanca «vero fiore all’occhiello, finalizzata alla raccolta, conservazione e distribuzione di campioni biologici umani per finalità di ricerca scientifica».

22 maggio 2018