All’inizio del tempo di Quaresima arriva dall’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, l’invito a «ritrovare occasioni di ascolto della Parola di Dio; pregare nelle nostre parrocchie, cioè ascoltare Dio prima che se stessi; celebrare con fede e convinzione il sacramento della riconciliazione». E ancora: «Digiunare nella nostra vita, cioè rinunciare a ciò che riempie la pancia ma non sazia il cuore; tornare all’Eucaristia, l’amore che sazia davvero la nostra fame di vita e di felicità; donare più che accumulare».

Nel suo messaggio per la Quaresima, diffuso dal Patriarcato, l’arcivescovo offre delle indicazioni per il cammino quaresimale, esortando, «in questi momenti così difficili per la Chiesa e per il mondo», a «volgere lo sguardo al Signore», a «rinnovare la mia e la vostra fiducia nella Sua presenza e nella Sua azione. Se la Chiesa non ha esitato a definire la Quaresima e la Pasqua “sacramentum ” – riflette – è per ricordarci che ora, qui, Gesù stesso, nella forza dello Spirito e nell’obbedienza della nostra fede, si mette accanto a noi e percorre con noi la strada del deserto, fino a quando non arriveremo nel giardino di Pasqua, di fronte al Suo e ai nostri sepolcri, finalmente svuotati da ogni angoscia e dolore di morte».

Questo, per l’arcivescovo, «il dono e l’impegno della Quaresima: sfidare il deserto, affrontare l’aridità delle nostre vite e delle nostre attività, anche pastorali talvolta, senza cedere alle scorciatoie del miracolo, del compromesso, della sfiducia o, peggio, del peccato». Al contrario, «condividendo la fiducia e la speranza di Gesù nell’amore del Padre e nella bellezza del Regno. In questo nostro tempo – conclude il presule -, in questa nostra Chiesa, in queste nostre comunità, così provate, a volte così simili al deserto quaresimale, si può celebrare “in spirito e verità” il sacramento quaresimale, se daremo ancora e sempre spazio all’ascolto della Parola di Dio, se “digiuneremo” dall’egoismo, dall’individualismo e dalla sfiducia, se accoglieremo il povero e il bisognoso: dentro le nostre vite, allora, liberate così da ogni falsa sicurezza, divenute così disponibili al dono e alla condivisione, potrà farsi strada la fecondità della Pasqua, che è Vita che nasce dall’offerta di se’».

7 marzo 2019