Pesaro, Capitale italiana della cultura 2024

Il sindaco Ricci: «Dedichiamo la vittoria a Kharkiv, che fa parte del network delle città creative Unesco della musica. In questi giorni difficili, contatti costanti con loro»

Il ministro della cultura Dario Franceschini lo ha annunciato oggi, 16 marzo, nel corso della cerimonia di proclamazione: è Pesaro la Capitale italiana della cultura 2024. L’ha spuntata su Ascoli Piceno, Chioggia (Venezia), Grosseto, Mesagne (Brindisi), Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio (Genova), Siracusa, Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (Salerno), Viareggio (Lucca) e Vicenza. E proprio guardando alla “short list” delle città finaliste, Franceschini ha commentato che «è come essere candidati all’Oscar. È già un grande risultato, sia perché è frutto di un’idea di programmazione condivisa sia perché è un titolo importante e bisogna cominciare a fregiarsi anche del titolo di finalista della Capitale italiana della cultura».

Quest’anno «l’appuntamento arriva in un momento complicato in cui abbiamo ritrovato la guerra di nuovo così vicina a noi. In queste ore difficili, cerchiamo di guardare avanti e nello specifico al 2024 e lavoriamo con fiducia e speranza affinché tutto sia superato nel migliore dei modi», ha evidenziato ancora il ministro. Dopo di lui ha preso la parola il sindaco del capoluogo marchigiano  Matteo Ricci: «Dedichiamo questa vittoria a Kharkiv, città che insieme a Pesaro fa parte del network delle città creative Unesco della musica – ha detto -. In questi giorni difficili abbiamo mantenuto contatti costanti con il sindaco di questa città e per questo motivo abbiamo voluto colorare il simbolo della nostra candidatura, la foglia del ginko biloba, con il giallo e il blu dei colori della bandiera ucraina. Questa pianta, l’unica sopravvissuta alla bomba atomica di Hiroshima, è divenuta emblema di pace: ora ne abbiamo più bisogno che mai». Per Franceschini, si tratta di «un gesto molto simbolico e molto forte che conferma quanto la cultura unisca e sia strumento di pace».

La proclamazione di Pesaro è avvenuta su indicazione della giuria presieduta da Silvia Calandrelli. «Abbiamo lavorato in autonomia e indipendenza e tutto il percorso è stato condiviso all’unanimità dall’inizio dell’analisi dei 23 dossier fino ad arrivare alle 10 città finaliste. Tutte le città – ha spiegato – hanno svolto un lavoro difficile in un contesto complicato dalla pandemia ma i risultati sono stati di altissimo livello. L’invito che faccio è a non disperdere il patrimonio straordinario che è stato messo in campo dalle comunità». In particolare, tra le motivazioni che hanno portato alla scelta di Pesaro, «un progetto culturale che, valorizzando un territorio già straordinariamente ricco di testimonianze storiche e preziosità paesaggistico-ambientali, propone azioni concrete attraverso le quali favorire anche l’integrazione, l’innovazione, lo sviluppo socio-economico».

16 marzo 2022