Peracchi, un cuore paterno, «viveva nell’attesa della festa»

Le esequie del sacerdote presiedute dal cardinale Vallini a San Giovanni in Laterano. «I suoi grandi amori: il Maggiore e il diaconato permanente»

Le esequie del sacerdote presiedute dal cardinale Vallini a San Giovanni in Laterano. «I suoi grandi amori: il Seminario Maggiore e il diaconato permanente»

Una liturgia di ringraziamento. Voluta così da don Franco e preparata con cura, prima della morte. Nel dettaglio, come amava fare sempre. È la celebrazione eucaristica delle esequie di monsignor Franco Peracchi, questa mattina, mercoledì 1° luglio, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Romano, 82 anni, canonico del Capitolo lateranense, don Franco era stato per molti anni economo del Pontificio Seminario Romano Maggiore e delegato diocesano per il diaconato permanente.

Sulla bara, posta ai piedi dell’altare, la berretta dei membri del Capitolo, il Vangelo e la stola. Le vesti bianche per i sacerdoti e le letture – il capitolo 25 di Isaia, il salmo 22, la prima lettera di san Giovanni e la preghiera sacerdotale di Gesù per il Vangelo – scelte da don Franco, come ha sottolineato nell’omelia il cardinale Agostino Vallini, vicario di Roma e arciprete della basilica. «Ha sempre curato il dettaglio – amava dire egli stesso – perché potesse essere un segno per la formazione dei sacerdoti alla cura, alla bellezza: questo l’ha fatto servendo la Chiesa con umiltà. Ha formato generazioni di sacerdoti».

A concelebrare con il cardinale, gli arcivescovi Giuseppe Mani e Giovanni Tani – rettori del Maggiore rispettivamente dal 1978 al 1988 e dal 2003 al 2011 -, il vescovo Pietro Meloni, emerito di Nuoro, i vescovi ausiliari Paolo Selvadagi e Paolo Lojudice e l’ausiliare emerito Paolo Schiavon. Insieme a loro, decine di sacerdoti, tra cui il rettore del Seminario Maggiore, monsignor Concetto Occhipinti, e il delegato diocesano per il diaconato permanente, monsignor Nicola Filippi. Presenti numerosi diaconi permanenti della diocesi.

«Sono presenti confratelli vescovi – ha detto il cardinale – che hanno apprezzato la rettitudine, l’impegno, la generosità di don Franco. Io l’ho conosciuto più di quarant’anni fa quando era economo al Seminario, uno dei suoi grandi amori, accanto a quello per il diaconato permanente. La sua idea centrale era: la vita non finisce, il passaggio della morte è verso una festa. Traspariva in lui l’idea che il Paradiso è festa, beatitudine, luogo dove la morte è vinta. Viveva la vita nell’attesa della festa: un messaggio anche per noi. La scelta della lettura di Isaia è espressione della sua fede».

Il cardinale Vallini, ricordando il ministero di monsignor Peracchi nell’ambito del diaconato permanente, ha sottolineato l’attenzione alle persone che mostrava sempre. «Ogni giorno, anche durante la malattia, mandava un messaggio ai diaconi e alle loro famiglie. Un’attenzione che testimonia il cuore e la gioia di un pastore». Di «cuore paterno» parla anche monsignor Filippi, che dal novembre 2008 è subentrato a monsignor Peracchi come delegato diocesano per il diaconato permanente. «Nella discrezione, continuava a seguire con grande affetto e partecipazione i diaconi, e ricordava ogni anniversario e ogni compleanno. Un cuore paterno dove c’era spazio per tutti con un affetto sincero. Direi, una “presenza invisibile” che sosteneva e incoraggiava e che ora continua dal Paradiso».

Canonico del Capitolo Lateranense dal 1990 e consultore della Congregazione per il Clero, monsignor Peracchi fu il primo a ricoprire l’incarico di delegato per il diaconato permanente da quando, il 1° aprile del 1980, fu ripristinato nella diocesi di Roma a seguito del motu proprio di Paolo VI “Sacrum diaconatus ordinem”, che realizzava l’invito del Concilio Vaticano II a restaurare l’antico ministero.

Nato a Roma il 9 gennaio del 1933, monsignor Peracchi ricevette l’ordinazione presbiterale il 17 maggio del 1970, nella basilica di San Pietro in Vaticano. Tra i molti incarichi ricoperti nella sua vita sacerdotale, ci fu quello di direttore dell’Ufficio Affari Riservati del  Vicariato dal 1999 al 2003. Dal 2011 era deputato della Congregazione dei Missionari dell’Istituto Imperiali Borromeo mentre, dall’ottobre del 1999, era assistente spirituale Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici.

Economo del Pontificio Seminario Romano Maggiore fino al 2000, è stato anche presidente dell’istituto interdiocesano per il Sostentamento del Clero delle diocesi di Roma e Ostia e commissario dell’Arciconfraternita di Carità verso i Trapassati, dal 1987 al 2004.

1° luglio 2015