Per una scuola “a cielo aperto”

A 50 anni dal convegno sui “mali di Roma”, tappa di riflessione sull’emergenza educativa, al liceo Amaldi. Chiarazzo (Ufficio scuola): «In ascolto delle disuguaglianze»

La locandina che annuncia l’evento presenta due pennellate dei colori caldi giallo e rosso su una città grigia, quella di Roma, riconoscibile sullo sfondo, mentre la parola chiave “(Dis)uguaglianze” è scritta separando il prefisso dal termine che si vuole porre in rilievo, per «guardare al positivo e dare un messaggio di speranza». In linea con il percorso partito lo scorso 19 febbraio, con l’appuntamento di riflessione promosso dalla diocesi di Roma a 50 anni dal convegno sui “mali di Roma”.

Il prossimo momento di riflessione avrà al centro le disuguaglianze educative e avrà per titolo “Una scuola a cielo aperto. Per scrivere il futuro delle nuove generazioni”; è in programma mercoledì 13 marzo dalle 9 alle 13 nella succursale del liceo Edoardo Amaldi, a Castelverde. A presentarlo è Rosario Chiarazzo, direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato, che sottolinea come «in ambito scolastico i diversi livelli di apprendimento ma anche di integrazione degli studenti, si pensi a quelli stranieri», generano delle «condizioni di discriminazione e di disagio morale che portano i più giovani a percepire la nostra città come un luogo di abbandono e di solitudine». Da qui, «su indicazione del cardinale vicario – spiega -, la volontà di proporre come diocesi una riflessione sul tema dell’emergenza educativa», interpellando e coinvolgendo «tutte le componenti che operano nel mondo della scuola: dagli studenti ai genitori, dai dirigenti scolastici agli insegnanti affinché ci possa essere vera alleanza educativa».

Lo scopo è dunque quello di «non compiere soltanto una riflessione teorica sul tema – continua il direttore dell’Ufficio diocesano – ma di mettersi in ascolto come Chiesa, sulla scia del Sinodo, delle disuguaglianze e delle povertà educative che interessano la scuola, per superarle». Pur nella «consapevolezza dei limiti» della realtà scolastica, «giorno dopo giorno si riscontra il lavoro appassionato di tanti dirigenti scolastici e insegnanti e l’impegno degli studenti che comprendono l’importanza di essere sempre più protagonisti della propria storia», riconoscendo, «come dice Papa Francesco – sono ancora le parole di Chiarazzo -, che “il principale investimento che produce il superamento delle divisioni e permette di riscoprire un mondo più umano è proprio l’educazione”».

Ancora, il referente diocesano guarda ai «dati Eurispes dello scorso febbraio che mostrano come la scuola cerca di adempiere ai suoi compiti al di là delle criticità vecchie e nuove che condizionano il percorso formativo» e sottolinea in questo senso anche la scelta della sede per lo svolgimento dei lavori di confronto e dibattito: la succursale del liceo Amaldi, a via di Pietrasecca, «una scuola di periferia che rappresenta una “perla” per la crescita e il futuro delle giovani generazioni e un vero presidio di legalità sul territorio». Proprio da un’analisi del contesto territoriale in cui opera la scuola che ospiterà il convegno prenderà le mosse l’intervento della dirigente scolastica Maria Rosaria Autiero, a guida delle due sedi – quella centrale e storica è a Tor Bella Monaca – che contano 2mila studenti tra liceo classico, scientifico e linguistico. «Nella mia idea, la scuola come agenzia educativa ha il compito di aprirsi al territorio – afferma -. Il liceo Amaldi, promotore anche di un patto educativo di comunità con associazioni e parrocchie, ha realizzato il polo culturale denominato proprio “Scuola aperta”, mettendo a disposizione del territorio i propri spazi in orario extrascolastico: dalla biblioteca ai laboratori didattici, come quello musicale, fino al piccolo museo storico-archeologico», per dimostrare che la scuola c’è ed è realtà viva e non «un non-luogo», conclude.

Al convegno, tra gli altri, interverranno altri due dirigenti scolastici: Rosa Caccioppo, dell’Istituto Carlo Urbani di Ostia, tratterà di «multiculturalità e della dimensione valoriale quale strumento di vera inclusione, che consiste nel rispetto dell’essere umano nella sua essenza»; Fabio Cannatà, dell’Istituto Ambrosoli di Centocelle, affronterà invece il tema della dispersione scolastica analizzando «i fattori interni e quelli del contesto familiare e socio-culturale che generano questo fenomeno» e mostrando come l’antidoto a tale dispersione «è l’orientamento».

11 marzo 2024