La Conferenza dei donatori dedicata allo Yemen, si è conclusa con uno sforzo «apprezzabile», che «come tale è stato accolto sia dal segretario delle Nazioni Unite che dal network di ong che lavorano nel Paese». È l’analisi che arriva da Alda Cappelletti, direttore Programmi di Intersos, organizzazione non governativa italiana presente nel Paese. Lo confermano i numeri: dei 4,2 miliardi di dollari necessari per implementare lo Yemen Humanitarian Response Plan (Yhrp) delle Nazioni Unite, i donatori ne hanno promessi 2.62.

«Il paradosso – evidenzia Cappelletti – è che le donazioni più importanti vengono proprio dai Paesi che sono parte in causa nel conflitto. Oltre ai fondi, è necessario garantire l’accesso alle risorse e la loro distribuzione, in un Paese dove la maggior parte delle infrastrutture sono state gravemente danneggiate». Quindi la richiesta che «i Paesi presenti alla Conferenza si impegnino a proteggere i civili e le infrastrutture civili, come le scuole e gli ospedali, e a rispettare il diritto umanitario internazionale». In ogni caso, ne è convinta Cappelletti, «non può esserci una soluzione solo umanitaria alla crisi in Yemen, che colpisce da ormai da 4 anni un Paese con una popolazione allo stremo. Le parti in causa devono trovare una soluzione politica al fine di raggiungere accordi di pace duraturi».

28 febbraio 2019