“Casa Scalabrini”, porte aperte ai rifugiati

La struttura, in uno stabile già sede del seminari teologico degli Scalabriniani, in via Casilina, fa parte del progetto Comunità accogliente inclusiva

La struttura, in uno stabile già sede del seminari teologico degli Scalabriniani, in via Casilina, fa parte del progetto Comunità accogliente inclusiva

Aprire le porte all’accoglienza di chi fugge da situazioni di guerra, povertà, persecuzione. Gli Scalabriniani rispondono all’appello lanciato dal pontefice alla vigilia del Giubileo della Misericordia con il progetto Cai, Comunità accogliente inclusiva, di cui la prima “tappa” è l’inaugurazione di Casa Scalabrini: una struttura di accoglienza, appunto, per rifugiati, che si inaugura domani, sabato 24 ottobre, alle 10, nello stabile in via Casilina 634, già sede del seminario teologico dell’istituto.

L’iniziativa, interamente finanziata dai Missionari Scalabriniani insieme a Elemosineria pontificia, Commissione migrazioni della Cei e Fondazione Migrantes, è nata ricercando fin dall’inizio «un contatto attento e meticoloso sul territorio – spiegano gli Scalabriniani -: municipio, scuole, associazioni e parrocchie sono entrate, quindi, a far parte della rete di relazioni e di incontro, basi essenziali del progetto». La giornata di domani, dunque, alla quale parteciperanno tra gli altri il vescovo Guerino Di Tora, presidente di Migrantes e della Commissione per le migrazioni della Cei, e il presidente del municipio V Giammarco Palmieri, sarà un’occasione per «prendere visione diffusamente del progetto Cai che coinvolge vari attori, tra i quali, in primis, il territorio nel quale si trova la struttura».
A dirigere Casa Scalabrini, Emanuele Selleri, impegnato insieme a due operatori. Il primo dei risultati raggiunti, evidenziano dalla congregazione, è «l’attenzione alle persone, unita al clima familiare da loro ricercato e pazientemente costruito». A questo si aggiunge poi «il percorso personalizzato nel quale ogni ospite è inserito e che rispetta le diverse storie migratorie di ciascuno, riconoscendo e restituendo a ogni persona la possibilità di dare un suo contributo alla costruzione del futuro dell’Italia».
Ne darà testimonianza, nella mattinata di sabato 24 ottobre, uno degli ospiti, che si farà portavoce delle persone accolte in Casa Scalabrini. Prevista anche la partecipaizone di padre Giovanni Borin, superiore regionale degli Scalabriniani che operano in Europa e Africa, e del superiore generale padre Alessandro Gazzola.
23 ottobre 2015