Per bambini e ragazzi romani lezioni in presenza anche nelle aule delle parrocchie

Rinnovato il protocollo d’intesa tra Vicariato, Roma Capitale e Ufficio scolastico regionale. 22 i contratti di comodato d’uso gratuito tra parrocchie e istituti scolastici stipulati lo scorso anno, per un totale di 95 classi interessate

È stato rinnovato anche per quest’anno il protocollo di intesa che ha consentito e consentirà ancora a centinaia di bambini e ragazzi romani di fruire delle lezioni in presenza negli spazi messi a disposizione dalle parrocchie della diocesi. La pandemia di coronavirus continua infatti a limitare il ritorno in classe in sicurezza, laddove il distanziamento sociale risulta essere la misura preventiva primaria rispetto alla trasmissione del Covid-19, richiedendo per alcuni istituti l’utilizzo di spazi alternativi esterni alle strutture stesse. Siglato il 28 luglio 2020 e sottoscritto dal cardinale vicario Angelo De Donatis per il Vicariato di Roma, dal sindaco Virginia Raggi per Roma Capitale, da Teresa Maria Zotta per Città metropolitana di Roma Capitale e da Rocco Pinneri per Ufficio scolastico regionale per il Lazio, nello scorso anno scolastico il protocollo ha portato alla stipula di 22 contratti di comodato d’uso gratuito tra parrocchie e istituti scolastici, per un totale di 95 classi interessate e più di 2.300 alunni coinvolti. «Quest’anno il numero degli alunni, che interessa tutti i gradi scolastici, dalla scuola primaria fino alla secondaria di secondo grado, è ancora in divenire dato che solo con l’avvio delle lezioni, dalla prossima settimana, emergeranno definitivamente le concrete necessità da parte delle scuole», fanno sapere dall’Ufficio giuridico del Vicariato.

Sicuramente «la messa a disposizione delle scuole che ne hanno bisogno degli oratori e di altri spazi, al fine di ospitare alcune classi in condizioni di sicurezza, ha permesso e permetterà di risolvere molte situazioni di criticità – afferma Rosario Salamone, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica -, agendo preventivamente, con il coinvolgimento di diverse parti sociali, rispetto all’eventualità che il numero dei contagi e la diffusione del virus aumentino nuovamente». Da ex dirigente scolastico, Salamone osserva in particolare che «mai come in questo momento storico si è compreso il ruolo strategico dei dirigenti scolastici e il peso della responsabilità educativa che li interessa», per questo «l’auspicio è che l’autorità civile sia loro vicina e li possa realmente aiutare, comprendendo i loro momenti di concreta difficoltà, che sono quelli che richiedono non allarmismo o rassegnazione ma la ricerca delle soluzioni più intelligenti».

Salamone riflette quindi sul ruolo dei docenti, ancor più in questa fase di emergenza sanitaria, «che ha messo in luce una simbolica interessante secondo la quale è chiaro che gli atteggiamenti alla base della relazione educativa, che come ha detto il Papa è primariamente un atto d’amore, vanno al di là di quanto comunicato e trasmesso con l’insegnamento della singola materia». I bambini e i ragazzi, oggi, «hanno bisogno di gesti concreti e di esempi e modelli da seguire», per questo il momento storico presente «si carica di significati simbolici», a partire dal tema della responsabilità dei docenti e dell’obbligo di esibire il Green pass per poter svolgere il loro lavoro. «L’atto educativo passa anche fattivamente attraverso un atto d’amore qual è la vaccinazione – spiega Salamone – perché si tratta di tutelare non solo se stessi ma anche gli altri, opponendosi a una visione individualista». Del resto, continua il direttore dell’Ufficio scuola diocesano, «i provvedimenti dell’autorità sanitaria ci spingono a non avere indugi sulla vaccinazione e mi pare da sottolineare  la significativa risposta in tal senso da parte degli adolescenti, che sono stati quasi più abili e veloci del mondo degli adulti – cui spetta il compito di dimostrare che si possono sempre trovare delle soluzioni – nel comprendere la necessità del vaccino per un graduale ritorno alla normalità». La vaccinazione, infatti, «permetterà ai ragazzi di tornare in classe in presenza, potendo vivere corporalmente la loro vita di studenti e non in modo asettico e alienato come è stato con la didattica a distanza – sono ancora le parole di Salamone -. La dad, lo si è compreso benissimo ormai, è una strada che non può funzionare a lungo termine e che, anzi, rischia di danneggiare irreparabilmente una generazione».

6 settembre 2021