Pedofilia: don Di Noto, «Grazie, Francesco, per il Motu proprio»

Per il sacerdote, fondatore dell’Associazione Meter, «ora nessuno potrà più avere scuse o dire che “non sapeva che cosa fare”. La strada è chiara»

Per il sacerdote, fondatore dell’Associazione Meter, «ora nessuno potrà più avere scuse o dire che “non sapeva che cosa fare”. La strada è chiara» 

Un documento «atteso da 25 anni», «grazie Papa Francesco». Ha commentato così, don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’Associazione Meter onlus impegnata contro la pedofilia, il Motu proprio del pontefice che prevede la rimozione dei vescovi “negligenti”. «Finalmente. È questa la prima parola che mi viene in mente leggendo il documento con cui il Papa ha ulteriormente spinto la Chiesa a difendere l’infanzia e combattere la pedofilia».

«Dal 5 settembre prossimo quando il Motu Proprio entrerà in vigore, nessuno potrà più avere scuse o dire che “non sapeva che cosa fare”. La strada tracciata è chiarissima: trasparenza massima nella difesa dell’infanzia, ma soprattutto – mi pare di leggerlo in controluce – la necessità di una formazione del clero e delle comunità cristiane che assuma questa mentalità di protezione dei minori».

«Credo cessino anche le polemiche
– per me strumentali, ha continuato il sacerdote – sull’obbligo di denuncia o meno del prete pedofilo alla giustizia civile. La nozione di negligenza mi pare così ampia da chiarire una volta per tutte che un vescovo deve pensare prima di tutto agli abusati e rendere loro giustizia. Ma, come dicevo, deve anche formare un clero capace di offrire protezione dagli e prevenzione degli abusi. Siamo pronti ad offrire 25 anni di esperienza in materia a diocesi e seminari», ha concluso don Di Noto.

 

6 giugno 2016