Pedofilia, accordo apripista tra Meter e la polizia polacca

La denuncia della onlus: negli ultimi 8 mesi quasi 2 milioni di foto e oltre 200mila video di neonati e bambini under 13. Don Di Noto: «35 Paesi non dispongono ancora di una legislazione specifica»

Un accordo di collaborazione composto da 7 articoli con lo scopo di contrastare il fenomeno degli abusi sessuali su minori su internet. Lo hanno firmato questa mattina, mercoledì 22 novembre, don Fortunato Di Noto, presidente dell’associazione Meter onlus, e il capo della Polizia polacca Krzysztof Gajewski, nella sede dell’ambasciata della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede. «La cooperazione della Polizia polacca con Meter – ha spiegato il sacerdote – prevede la fornitura di informazioni circa il materiale illegale su internet che coinvolga minori e anche utenti che facciano riferimento alla Polonia. Trasmetteremo le nostre segnalazioni ad un indirizzo speciale della Polizia polacca». Tali segnalazioni «saranno a disposizione dell’Ufficio della criminalità informatica della polizia. Tutte le informazioni ottenute e trasmesse all’associazione Meter onlus saranno utilizzate dagli agenti di polizia polacca in conformità alla legislazione in vigore nella Repubblica di Polonia». Un accordo «apripista», lo ha definito il sacerdote, e «unico nel suo genere come modello operativo per accelerare l’apertura di indagini e azioni investigative», che potrà servire «come esempio di ulteriori accordi con altri Paesi del mondo».

Steso sulla falsariga di quello che regola i rapporti tra la Polizia Postale italiana e Meter, esso l’accordo prevede che Meter trasmetterà alla Polizia polacca, saltando qualsiasi pastoia burocratica attraverso un indirizzo email diretto, tutte le segnalazioni inerenti server, utenti e materiale polacco. Da qui la Polizia polacca potrà partire per le sue indagini. Grande la soddisfazione di don Di Noto. «Spesso – ha ricordato – abbiamo segnalato, in passato, siti e materiale pedopornografico a polizie estere che ci hanno risposto di passare attraverso le ambasciate o la Polpost italiana che si sarebbe poi rivolta a loro. È un assurdo». Soprattutto al tempo del “deep web”, quando non si può perdere tempo.

Il sacerdote siciliano ha snocciolato i dati che definiscono pedofilia e pedopornografia come «un vero e proprio crimine». Basti pensare che «Meter Onlus e il suo Osservatorio mondiale contro la pedofilia e la pedopornografia negli ultimi 8 mesi hanno superato nelle segnalazioni di immagini e video il dato del Report dello scorso 2016 con 43 nazioni coinvolte. Immagini e video di neonati e bambini fino ad una età di 13 anni massimo: 1.946.898 foto e 203.047 video; si parla, a proposito di vittime del passato recente, di circa 2 milioni di bambini». 35 i Paesi che «non dispongono ancora di una legislazione che si occupa specificamente della pornografia infantile. Dei 79 Paesi che dispongono di una legislazione in vigore, 60 non definiscono specificamente la pornografia infantile; 26 non si occupano di reati informatici; 50 non criminalizzano il possesso senza intenzione di distribuire; 79 hanno la legislazione sulla conservazione dei dati per garantire l’accesso da parte delle forze dell’ordine ai dati degli utenti necessari per indagare e perseguire l’attività criminale online». Di qui «grande responsabilità dei colossi del web». Per Meter è necessaria «un’attenzione internazionale che dovrebbe permettere un’azione più incisiva nella repressione, nell’individuazione dei soggetti criminali che producono, distribuiscono e detengono materiale pedofilo».

22 novembre 2017