«Patto per la natalità», il Forum fa appello alla politica

De Palo: «Sia la priorità assoluta nei programmi elettorali. Servono soluzioni concrete». Un piano in 7 punti. Le proiezioni drammatiche dei demografi Blangiardo e Rosina

«Chiediamo alla politica tutta un impegno chiaro sul tema della natalità. Questo Paese sta morendo nell’attesa di qualcuno che abbia il coraggio di metterlo come priorità assoluta nei prossimi programmi elettorali. Vinca chi vinca, ma si ricordi che i figli non sono un problema, ma la soluzione del problema». Questo l’appello accorato di Gianluigi De Palo, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, che questa mattina ha lanciato un Patto per la natalità.

Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa organizzata nella Sala Nassirya del Senato, chiedendo con forza al mondo della politica, in vista delle elezioni del 4 marzo, di «fare fronte comune» sforzandosi di «guardare al di là dei prossimi cinque anni». A motivare questa decisa presa di posizione sono i dati, drammatici, elencati nei sette punti del Patto formulato dal Forum. Quel che emerge è un Paese alle prese con l’inverno demografico più difficile della sua storia, reduce da quarant’anni di scelte politiche miopi.

patto per la natalità, 18 gennaio 2018«Secondo l’Istat – illustra Giancarlo Blangiardo, docente di demografia all’Università di Milano Bicocca – nel 2017 è legittimo stimare che ci saranno 460mila nati e 660mila morti. Dunque il saldo naturale sarà negativo di ben 200mila unità, un secondo record negativo dopo quello del 2016». Se si “guarda ai prossimi trent’anni, poi, la situazione è ancora più grave. Sempre stando alle proiezioni dell’Istat, i nati saranno 400mila e i morti 800mila, esattamente il doppio.

«Dunque nel 2048 – osserva Blangiardo – ci saranno 600mila bambini in meno e 800mila ultranovantenni in più», con tutti gli effetti negativi che questo comporta in termini di costi sociali. «Possiamo solo frenare la discesa, non invertire la rotta. L’obiettivo è promuovere una reale politica demografica, non di contrasto alla povertà», ha quindi concluso riferendosi alla tendenza tutta italiana di supportare solo la natalità delle classi sociali povere.

Alessandro Rosina, ordinario di demografia all’Università Cattolica di Milano, si è soffermato sulle aspirazioni e i desideri dei giovani italiani. «Negli ultimi quarant’anni non è mai sceso il numero di figli desiderati (due, ndr.), ma è diminuita la capacità di realizzare i progetti di vita. La revisione al ribasso ha schiacciato il Paese e, dalle rinunce a livello individuale, ha prodotto costi sociali sempre più insostenibili». La media dei figli delle famiglie italiane, oggi, è di 1,3. Nel nostro Paese, complice anche la crisi economica che «ha congelato le scelte», le difficoltà personali hanno portato a rinviare di tre anni la decisione di avere il primo figlio, a 30 anni. La stessa età in cui in Francia le coppie aspettano il secondogenito. Senza contare che molti italiani, pur desiderandolo, non hanno i mezzi per andare oltre il primo figlio.

Il discorso si complica, poi, se si include il tema scottante della conciliazione casa-lavoro delle donne lavoratrici, sempre più costrette a dare le dimissioni. «È necessario dare un segnale ottimista – chiosa Rosina -. Finora ci siamo abituati allo svuotamento demografico, che ha gli effetti di un lento terremoto di cui però non percepiamo la scossa. Se ritorniamo a costruire le condizioni giuste, uscendo dalla crisi, creiamo un percorso valido che potrà portare risultati positivi» e risollevare la natalità. «È necessario passare dall’analisi alla sintesi, dalle parole ai fatti – conclude De Palo -. Ora serve che la politica metta in campo soluzioni concrete. Per i prossimi cinque anni saremo un pungolo costante per tutti».

Il Patto per la natalità (hashtag #pattoXnatalità) sarà presentato ancora il 26 gennaio, alle ore 10, nella Sala Santa Maria in Aquiro, in piazza Capranica, alla presenza delle donne delle associazioni e dei sindacati. Seguirà un successivo incontro con i direttori dei giornali per sensibilizzare su una tematica che accomuna tutti.

18 gennaio 2018