Pastorale familiare, sinergia la parola chiave dell’anno

Il direttore del Centro diocesano don Criscuoli: «Necessario rimodulare il cammino». Il ruolo delle equipe pastorali e l’invito a percorrere le vie del quartiere

La parola chiave è sinergia. La collaborazione tra le équipe pastorali e gli operatori parrocchiali, coordinati da un sacerdote, porterà ad «ascoltare, capire e tentare di rispondere al grido di aiuto delle famiglie le quali vanno accompagnate per superare le resistenze, che a volte manifestano, per renderle attivamente partecipi alla vita parrocchiale, specie in questo momento di grande paura». Don Dario Criscuoli, direttore del Centro per la pastorale familiare del Vicariato di Roma, delinea i compiti degli operatori del laicato impegnati nelle singole comunità locali a sostegno delle famiglie.

Dall’ascolto degli ultimi due anni è emerso che «la richiesta di aiuto più pressante è di carattere economico, legata alla mancanza di lavoro, problema cresciuto notevolmente con l’emergenza sanitaria», osserva don Criscuoli. Alla luce delle conseguenze della pandemia, per il sacerdote «appare chiara la necessità di rimodulare il cammino diocesano». In questo momento storico la Chiesa è chiamata ad «un cambio di rotta per una nuova evangelizzazione», e in questo contesto si inseriscono le équipe pastorali, che hanno l’obiettivo di aiutare le comunità parrocchiali e di fornire agli operatori «gli strumenti adeguati a intercettare i bisogni delle famiglie».

Tante le idee e i progetti; ogni proposta avanzata viene considerata «ma purtroppo al momento il Covid–19 impone degli “stop” – spiega don Criscuoli -. Abbiamo esposto alcune attività ma al momento siamo in stand–by, in attesa di poter riprendere quanto prima gli incontri in presenza». L’invito rivolto agli operatori parrocchiali è quello di percorrere le vie del quartiere, compatibilmente con le difficoltà imposte dalla pandemia, per fare una prima “mappatura” e, appena sarà possibile, tentare di allacciare rapporti seguendo la modalità
della benedizione delle famiglie. Questi incontri tra le mura domestiche, oltre a declinare l’impegno a essere Chiesa in uscita, potranno essere propizi «per intercettare le problematiche vissute in ogni famiglia». Un altro momento favorevole per avviare un dialogo è il dopo– Messa domenicale o al termine del catechismo.

«Un’ottima occasione è rappresentata anche dagli incontri di preparazione al battesimo – prosegue il sacerdote -. Per molte famiglie è il primo contatto con la parrocchia dopo il matrimonio». Attraverso l’ascolto “contemplativo” auspicato dal cardinale vicario Angelo De Donatis, le équipe pastorali e gli operatori parrocchiali «possono anche veicolare le coppie che vivono una crisi matrimoniali verso esperti consulenti familiari, psicoterapeuti cristiani, formati, che sanno argomentare e che hanno risolto tante problematiche».

9 novembre 2020