Passo avanti dell’Onu verso l’abolizione della pena di morte

L’Assemblea generale ha votato a favore della moratoria universale. Soddisfazione della Comunità di Sant’Egidio: «Non era scontato, nell’anno della pandemia»

La maggior parte dei Paesi del mondo si è schierata contro la pena di morte. «Nell’anno più difficile dal dopoguerra», osservano dalla Comunità di Sant’Egidio, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, riunita il 16 dicembre, ha espresso 123 voti favorevoli alla moratoria universale (2 in più rispetto all’ultima votazione), 38 contrari e 24 astenuti, confermando, per gli abolizionisti, un trend in crescita per l’ottava volta dal 2007. «Non era scontato, nell’anno della pandemia, segnato da forti generosità, ma anche forti chiusure», evidenziano da Sant’Egidio, oltre che dalla ripresa delle esecuzioni federali decisa dall’amministrazione americana a ridosso delle elezioni, dopo 17 anni di moratoria, e dalla conferma di sei esecuzioni prima del passaggio di consegne al presidente eletto Joe Biden, che promette una svolta importante.

«La Comunità di Sant’Egidio, che in questi mesi ha dialogato con diversi paesi per giungere ad un risultato positivo, si rallegra per le decisioni di gran parte dell’Africa e di tutti quegli Stati che hanno permesso questo nuovo passo avanti. È il frutto di un paziente lavoro multilaterale, a più livelli – si legge in una nota diffusa all’indomani dell’Assemblea Onu -, che sta accompagnando un cambiamento epocale. Basta pensare che si è passati da un’opposizione alla pena di morte di appena 16 Paesi negli anni ‘70 agli attuali 142 che non la usano più, per legge o di fatto, e al risultato del 16 dicembre all’Onu».

Destinataria privilegiata delle congratulazioni della Comunità è anzitutto l’Africa, che traina il cambiamento, «con un prezioso lavoro svolto in sinergia, fra gli altri, con Burkina Faso, Centrafrica, Repubblica del Congo e Guinea Conakry». Nel continente africano si registra con favore lo slittamento del voto di Zimbabwe e Sud Sudan da contrario all’astensione, frutto di contatti diretti.  «In Asia, la ricaduta dell’azione sensibilizzatrice con Corea del Sud, Malesia e Filippine, ha contribuito, insieme ad altri attori, al voto favorevole alla moratoria. Nei Paesi a contesto multi-religioso quali l’Indonesia, è risultato importante l’approccio di Sant’Egidio attraverso il dialogo e una particolare attenzione alle diverse comunità religiose».

18 dicembre 2020