Pasqua, il pensiero del Papa ai drammi del mondo

Le vittime del terrorismo, i migranti, la Terra Santa nel messaggio “Urbi et orbi” dalla loggia centrale della basilica di San Pietro

Le vittime del terrorismo, i migranti, la Terra Santa, l’Africa nel messaggio “Urbi et orbi” dalla loggia centrale della basilica di San Pietro

I drammi del mondo al centro del messaggio di Pasqua rivolto al mondo da Papa Francesco. Il buio delle «voragini spirituali e morali dell’umanità» illuminato dalla luce del Risorto e dalla sua misericordia. Nel messaggio “Urbi et orbi” pronunciato dalla loggia centrale della basilica di San Pietro dopo la Messa del giorno presieduta in piazza San Pietro e prima della benedizione, il Santo Padre ha parlato del terrorismo e delle popolazioni di Paesi martoriati da guerre, e il suo pensiero è andato ancora una volta ai migranti.

Gesù crocifisso e risorto, ha detto il Papa, «dona il suo sguardo di tenerezza e di compassione verso gli affamati e gli assetati, i forestieri e i carcerati, gli emarginati e gli scartati, le vittime del sopruso e della violenza». Cristo risorto «indica sentieri di speranza alla cara Siria, Paese dilaniato da un lungo conflitto, con il suo triste corteo di distruzione, morte, disprezzo del diritto umanitario e disfacimento della convivenza civile. Alla potenza del Signore risorto  affidiamo i colloqui in corso, affinché con la buona volontà e la collaborazione di tutti si possano raccogliere frutti di pace e avviare la costruzione di una società fraterna, rispettosa della dignità e dei diritti di ogni cittadino. Il messaggio di vita risuonato per bocca dell’Angelo presso la pietra ribaltata nel sepolcro – ha aggiunto – sconfigga la durezza dei cuori.. e promuova  un incontro fecondo di popoli e di culture nelle altre zone del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, in particolare  in Iraq, nello Yemen e in Libia».

Un nuovo appello è stato rivolto dal Pontefice per la pace in Terra Santa. «L’immagine dell’uomo nuovo, che splende sul volto di Cristo, favorisca in Terra Santa la convivenza fra Israeliani e Palestinesi, come anche la paziente disponibilità e il quotidiano impegno ad adoperarsi per edificare le basi di una pace giusta e duratura tramite un negoziato diretto e sincero». Poi il pensiero all’Ucraina: «Il Signore della vita accompagni pure gli sforzi intesi a raggiungere una soluzione definitiva alla guerra in Ucraina, ispirando e sostenendo anche le iniziative di aiuto umanitario, tra cui la liberazione di persone detenute».

Il Papa ha ricordato le vittime del terrorismo, citando i luoghi di recenti attentati: «Il Signore Gesù, nostra Pace, che risorgendo ha vinto il male e il peccato, stimoli in questa festa di Pasqua la nostra vicinanza alle vittime del terrorismo, forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di spargere sangue innocente in diverse parti del mondo, come è avvenuto nei recenti attentati in Belgio, Turchia, Nigeria, Ciad, Camerun e Costa d’Avorio e Iraq».

Quindi lo sguardo all’Africa e ai «fermenti di speranza» che la animano – «penso in particolare al Burundi, al Mozambico, alla Repubblica Democratica del Congo e al Sud Sudan, segnati da tensioni politiche e sociali» – e al Venezuela: «Il messaggio pasquale si proietti sempre più sul popolo venezuelano nelle difficili condizioni in cui si trova a vivere e su quanti hanno in mano i destini del Paese, affinché si possa lavorare in vista del bene comune, cercando spazi di dialogo e collaborazione con tutti».

Ma nel cuore del Papa un posto speciale lo occupano migranti e rifugiati, «in fuga dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e dall’ingiustizia sociale: questi nostri fratelli e sorelle, sulla loro strada incontrano troppo spesso la morte o comunque il rifiuto di chi potrebbe offrire loro accoglienza e aiuto. L’appuntamento del prossimo Vertice Umanitario Mondiale non tralasci di mettere al centro la persona umana con la sua dignità e di elaborare politiche capaci di assistere e proteggere le vittime di conflitti e di altre emergenze, soprattutto i più vulnerabili e quanti sono perseguitati per motivi etnici e religiosi».

Il pensiero anche alla Terra e ai pericoli per il suo sfruttamento. In questo giorno glorioso, ha rilevato Francesco, gioisca la terra ricca di splendore ma tanto maltrattata «da uno sfruttamento avido di guadagno, che altera gli equilibri della natura.. Penso specialmente a quelle aree colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici, che non di rado provocano siccità o violente inondazioni, con conseguenti crisi alimentari in diverse parti del pianeta».

Papa Francesco ha invitato a riascoltare con coloro «che sono perseguitati per la fede e per la loro fedeltà al nome di Cristo e dinanzi al male che sembra avere la meglio nella vita di tante persone», la consolante parola del Signore: «Non abbiate paura! Io ho vinto il mondo!». Una parola che possa venire in aiuto anche «a quanti nelle nostre società hanno perso ogni speranza e gusto di vivere, agli anziani sopraffatti che nella solitudine sentono venire meno le forze, ai giovani a cui sembra mancare il futuro».

29 marzo 2016