Parolin alla Lateranense: «Tutto si affida al dialogo»

Inaugurazione dell’anno accademico con il segretario di Stato vaticano. Dal Covolo: «Dare ragione della speranza e della misericordia»

Il segretario di Stato ha inaugurato l’anno accademico, illustrando la diplomazia della Sante Sede. Dal Covolo: «Dare ragione della speranza e della misericordia»

«Mai la Santa Sede sarà artefice dell’interruzione o del fallimento di una trattativa intrapresa». Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nella sua lectio magistralis sul tema “La diplomazia della Santa Sede nella società post globale”, tenuta questa mattina, mercoledì 9 novembre, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2016/2017 alla Pontificia Università Lateranense, ha indicato l’indirizzo che caratterizza la diplomazia vaticana: proseguire sempre il dialogo. Nell’aula magna dell’ateneo gremita, Parolin ha scandito nelle undici pagine del suo intervento il modus operandi della Santa Sede: «L’indicazione del Santo Padre – ha spiegato – è di operare senza fermarci, superare la pigrizia imposta da quello che oserei chiamare “pensiero debole”, fatto di pochi e sintetici caratteri, che sembra aver sostituito anche il pensiero debole del post-moderno». Il segretario di Stato ha proposto a questo proposito un esempio: «Di fronte ai conflitti armati, i diplomatici negoziano senza che tutte le parti siano coinvolte, i civili sono privi di protezione, gli ospedali diventano obiettivi militari, i tanti gruppi combattenti evocano la vecchia guerra mercenaria, mancano acqua e viveri, ma circolano liberamente armi di ogni tipo».

In prima fila ad ascoltare, anche i cardinali Giovan Battista Re, Antonio Maria Vegliò e Giuseppe Versaldi e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il cardinale Parolin ha spiegato l’importanza del dialogo nell’azione diplomatica: «Tutto si affida al dialogo, con pazienza, non spezzando mai il filo, anche sottile, costruito. In questo modo si può guardare al futuro possibile, avendo conoscenza del passato, ma senza fermarsi. L’azione diplomatica diventa il modo per seguire, partecipare e incidere nella vita internazionale avendo presenti la missione universale della Chiesa e le attese che il mondo esprime attraverso desideri di pace, giustizia e bene comune». Infine, Parolin ha ribadito l’importanza di non separare il binomio pace-sicurezza da quello cooperazione-sviluppo. Eppure «i fondi destinati alla sicurezza e agli armamenti sono sempre disponibili, mentre quelli destinati allo sviluppo diminuiscono».

Ad aprire la cerimonia è stato il Gran Cancelliere della Lateranense, il cardinale vicario Agostino Vallini: «I nuovi scenari geopolitici e le nuove sfide culturali non possono rimanere estranei a un centro di alta cultura come l’università. Studiare teologia richiede non essere spettatori ma attori, non solo arricchire la mente di conoscenza ma nutrire la fede». Rivolgendosi agli studenti, Vallini ha ribadito che «il vostro studio deve farvi crescere nella vita spirituale e umana. Il tempo della formazione è un procedere sulla via della maturazione personale e della santificazione». Subito dopo, la prolusione del rettore monsignor Enrico dal Covolo, che ha invitato quanti lavorano dentro a questa istituzione a fare un «esame di coscienza, per metterci in attento ascolto del Papa, delle sue indicazioni, del suo sguardo e delle sfide che egli ritiene più urgenti per la Chiesa stessa. Oggi attraverso la testimonianza e il messaggio di Papa Francesco – ha proseguito – credo che siamo chiamati a dare ragione della speranza ma anche a dare ragione della misericordia». Poi volgendo lo sguardo al futuro ha detto: «Ciò che conterà moltissimo per ciascuno di noi sarà la capacità di indirizzare lo sguardo verso qualcosa che non è proprio sotto gli occhi ma che allo stesso tempo non è né utopico né irrealizzabile. Mi riferisco a quel Vangelo che ci ha annunciato Gesù Cristo: una buona notizia che non si nutre di gioie o promesse ma di quel Regno che è già in mezzo a noi». Alla fine il rettore ha indicato una sfida: «Saper trasformare il nostro studio in un modo eccellente di amare e di prendere a cuore le persone e il mondo che ci sono stati messi tra le mani».

Al termine della cerimonia è stata donata una medaglia dell’Università a Piergiovanni Carpitelli, consigliere delegato della fondazione Civitas Lateranensis, per l’attenzione e il sostegno rivolto agli studenti con difficoltà economiche.

9 novembre 2016