Parolin: al neoeletto presidente Trump l’augurio di «tanta saggezza»

Le parole del segretario di Stato vaticano, a margine di un convegno alla Gregoriana. «Deve lavorare per essere presidente di tutto il Paese, superando le polarizzazione»

A George Trump, neoeletto 47° presidente degli Stati Uniti d’America, il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin indirizza solo un augurio: «Tanta saggezza». Lo ha detto questa mattina, 7 novembre, a margine di un convegno alla Gregoriana, riferisce Vatican News. «Questa – ha spiegato – è la virtù principale dei governanti secondo la Bibbia. Io credo – ha aggiunto – che deve lavorare soprattutto per essere presidente di tutto il Paese, quindi superare la polarizzazione che si è verificata, che si è avvertita in maniera molto molto netta in questo tempo».

A nome della Santa Sede, il porporato ha auspicato che il nuovo presidente Usa «possa davvero essere un elemento di distensione e di pacificazione negli attuali conflitti che stanno insanguinando il mondo». Quindi, rispondendo alle domande dei giornalisti che gli chiedevano di commentare la frase di Trump pronunciata sia in campagna elettorale che sul palco del Convention Center di Palm Beach dopo la vittoria, «Non inizierò guerre ma le fermerò», ha detto: «Speriamo, speriamo, speriamo. Io credo che neppure lui ha la bacchetta magica». Per far terminare le guerre, secondo il segretario di Stato vaticano, «ci vuole tanta umiltà, tanta disponibilità, ci vuole davvero la ricerca degli interessi generali dell’umanità, piuttosto che concentrarsi su interessi particolari. Io me lo auguro».

Sull’ipotesi ventilata dai giornalisti che la pace possa essere fatta a danno di ucraini e palestinesi, il porporato ha invitato alla prudenza. «È difficile pronunciarsi su questi aspetti – ha osservato -. Vedremo che proposte farà, perché molti appunto sono rimasti sempre incerti. Per esempio quella famosa frase: “Il giorno dopo terminerà la guerra…”. Ma come? Nessuno ha saputo mai dire e neppure lui ha dato indicazioni concrete su come. Vediamo adesso che cosa proporrà dopo che si sarà insediato».

Riguardo all’approccio americano al tema delle migrazioni, il segretario di Stato ha rivendicato che la posizione del Papa e della Santa Sede «è molto chiara. Noi siamo per una politica saggia nei confronti dei migranti e quindi che non arrivi a questi estremi. Il Papa ha dato indicazioni molto precise, molto chiare su questo tema. Credo che sia l’unica maniera per affrontare il problema e risolverlo in maniera umana».

Ancora, su difesa della vita e condanna dell’aborto, Parolin ha affermato che si tratta di mettere in atto «una politica comune», che cerca di «unire consensi e non diventare una politica ancora una volta di polarizzazione e di divisione. Spero anche che questa difesa della vita che Trump ha assicurato farà durante il suo mandato possa allargare il consenso», l’augurio del porporato, che ha assicurato che i rapporti tra la Santa Sede e la nuova amministrazione degli Stati Uniti continueranno e non cambieranno. «Come sempre ci sono elementi che ci avvicinano ed elementi che forse ci differenziano, che ci distanziano. Sarà questa l’occasione per esercitare il dialogo e per cercare di trovare insieme nuovi punti di consenso, sempre in beneficio del bene comune e della pace nel mondo», ha concluso.

7 novembre 2024