Parole come pietre, «disinquinare i pozzi dell’odio»

Per i 30 anni di attività, alle Paoline Multimedia International una tavola rotonda con Giuseppe Giulietti, Antonio Di Bella, Tiziana Ferrario e Andrea Monda

Con un dibattito sul tema “Le parole non sono pietre”, la libreria Paoline Multimedia International ha celebrato ieri, 13 novembre, i suoi 30 anni di attività. Una tavola rotonda alla quale hanno preso parte il presidente della Federazione nazionale della Stampa Giuseppe Giulietti, il direttore di Rai News Antonio Di Bella, la giornalista della Rai Tiziana Ferrario e il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda. Dalla Carta di Assisi ai richiami del Papa, dal fenomeno degli haters ai limiti dei social sono stati alcuni degli argomenti dibattuti in un «luogo – ha detto Giulietti – dove non si consuma tutto nei 140 caratteri della modernità». Il presidente della Fnsi ha ricordato i recenti atti intimidatori contro le librerie di Modena e Centocelle, «segnali di intolleranza» contro i quali serve una «cultura di pace e non di discriminazione e odio».

Giuseppe Giulietti, Andrea Monda, libreria Paoline Multimedia, 13 novembre 2019Anche a questo servirà il convegno in programma dal 24 al 26 gennaio ad Assisi per dare un seguito alla Carta, perché «non basta più indignarsi ma serve un impegno per disinquinare i pozzi dell’odio». Giulietti ha ricordato le parole del Papa nell’udienza generale di ieri e Monda ha raccontato dei particolari che hanno originato l’editoriale odierno sull’Osservatore: «Commentando un passo degli Atti degli Apostoli, con gli ebrei perseguitati e cacciati, ha detto a braccio: “Voglio aprire una parentesi: vedo segnali di rinascita dell’antisemitismo. Perseguitare gli ebrei non è umano e non è cristiano”. Proprio mentre mi portavano questo testo, è arrivato il rabbino Abraham Skorka, che come si sa è amico del Papa e trovandosi a Roma è venuto a trovarmi. Ho letto il testo con lui e devo dire che si è commosso. Ne è nata una conversazione in cui ha detto che sono parole straordinarie perché rivelano l’impegno profondo del Papa nei confronti del popolo ebraico. E sono un grido d’allarme perché quando in passato ci sono stati segnali di ripresa dell’antisemitismo, è stato disastroso non solo per gli ebrei ma per tutti».

I motivi? Secondo Skorka «l’uomo nasce e si organizza sotto forma di orda – ha riferito Monda -. Orde contrapposte che si combattono. A interrompere questa logica arriva la chiamata di un Dio che chiama un popolo ma persona per persona: prima l’uomo e poi l’orda. Questo tuttavia non è stato acquisito una volta per tutte e ogni tanto, nella società occidentale estremamente individualistica, egoista, l’orda si prende la rivincita. Così le parole diventano pietre: l’altro lo lapido. Al contrario abbiamo messo in cantiere un tentativo perché le parole siano pietre utili a costruire ponti e una casa comune».

Andrea Monda, Tiziana Ferrario, libreria Paoline Multimedia, 13 novembre 2019«Odiatori e urlatori attaccano anche il Papa, si alza l’asticella fin dove non si credeva possibile», ha sottolineato Tiziana Ferrario, citando poi un recente intervento di Obama che si è scagliato contro gli attivisti social: «Se l’unica cosa che state facendo è scagliare pietre, non andrete lontano. Scagliare pietre e insultare non è fare qualcosa per il cambiamento». Per Ferrario, «lo dovrebbero ascoltare molti politici italiani ma è anche responsabilità dei giornalisti dire “no, non va bene”. È indispensabile sporcarsi le mani, prendere posizione: quando si arriva ad attaccare una donna come Liliana Segre, non si può restare a guardare».

Giuseppe Giulietti, Antonio Di Bella, libreria Paoline Multimedia, 13 novembre 2019Dal canto suo Di Bella, ponendo l’accento sulla scarsità di spazio che viene spesso data a notizie “serie” rispetto alle curiosità e alle bizzarrie, soprattutto se provenienti dall’estero («ma così non possiamo capire il mondo intorno a noi») ha sottolineato l’importanza di non sottovalutare il disagio dei giovani. Il discorso si è poi spostato sulla Carta di Assisi e Giulietti ha ricordato le parole del Papa all’Ucsi: ribaltare la gerarchia delle notizie. «Non un invito a fare un giornale buonista ma ad andare alla radice dei problemi evitando i pettegolezzi, l’uso di aggettivi che oscura la verità. Assisi non è l’ennesima carta deontologica ma un invito a essere chiari e rispettosi». Tutti si sono trovati concordi sulla necessità di un impegno personale, che non dovrebbe essere solo dei giornalisti ma di chiunque usa i social. Per questo occorre più consapevolezza e, come ha ricordato Monda, responsabilità, un tema che sarà dibattuto il 29 novembre in un convegno promosso dal dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.

14 novembre 2019